Regia di Alexandre Bustillo, Julien Maury vedi scheda film
Scivolone senza freni nel trash più involontario per la seconda regia della coppia Bustillo e Maury, probabilmente sovrastimata per l'esito del convenzionale -e acclamato impropriamente- Inside (2007).
31 Ottobre. La giovane Lucie (Chloé Coulloud) è impegnata in un tirocinio come assistente domiciliare, in affiancamento alla più anziana, e cinica, Catherine (Catherine Jacob). Durante il primo giorno di lavoro viene condotta nella inquietante villa di Deborah Jessel, una ricca centenaria a suo tempo istruttrice di ballo, ora in attesa della morte, coricata nel letto di una stanza chiusa, in stato comatoso. Catherine si lascia sfuggire un'indiscrezione circa un tesoro nascosto tra le mura dell'edificio, di cui ha sentito parlare. Lucie confida il segreto al suo ragazzo il quale, coinvolgendo anche un amico, quella stessa notte (Halloween) decide di introdursi nella casa dell'anziana.
Alexandre Bustillo e Julien Maury erano, all'epoca (2011) celebri per un film idolatrato e molto sopravvalutato (Inside, 2007). Molto attesa, quindi, c'era per la seconda regia, che invece tradisce una sciatteria di fondo in grado di fare precipitare a zero la stima verso i due autori. Questo Livid rispecchia -nella figura di Deborah Jessel- ovviamente la Elena Markos di Suspiria (1977), film omaggiato in lungo e in largo (la scuola di danza, la fotografia con predominanti tonalità che vanno dal rosso al blu), parimenti all'episodio La goccia d'acqua in I tre volti della paura (Mario Bava, 1963). Il tutto è inserito in un contesto contraddittorio, dove l'efficace e precisa scenografia non trova adeguata corrispondenza sul piano narrativo.
Per la prima mezz'ora, la tensione è ben costruita anche se poggia sull'assurdità che muove il terzetto di ladri: se ci fosse stato un tesoro nella villa, di certo le infermiere che hanno accesso alla casa lo avrebbero già scoperto. Poi purtroppo la sceneggiatura si perde in una accozzaglia di idee messe assieme -sembrerebbe- con il solo scopo di generare sorpresa, pertanto ci si ritrovano sullo schermo, senza che ci sia un senso, animali impagliati, ballerine automatizzate e vasi contenenti feti (???). Quando i tre protagonisti si ritrovano chiusi nella casa, Bustillo e Maury non sanno più come gestire la situazione e allora ci buttano dentro un paio di flash-backes insignificanti e dei risvolti al limite del delirante: semplicemente ridicole le falene che entrano ed escono dalla bocca, scambiando l'anima di Julie con quella dell'automatizzata (!) figlia di Deborah, ovvero l'impagliata Anna.
Non convinti di aver mandato a ramengo il film, la coppia di registi ci impone un finale da favola infantile, con la protagonista volante e sospesa in cielo. Ma quando abbiamo iniziato a vedere il film, non ci era stato indicato che si sarebbe trattato di un horror? La chiusa in stile Walt Disney dà un taglio talmente ridicolo a Livid che diventa quasi impossibile aspettarsi qualcosa di buono nei futuri lavori di Bustillo e Maury. Tanti registi si sono giocati la carriera per molto meno. Questa volta possiamo aggiungere che la (non) scelta dei distributori italiani, che ha rifiutato l'acquisto dei diritti di distribuzione nel nostro paese, è più che sensata.
"Se fischi ad Halloween, il Diavolo può sentirti."
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