Regia di Michael Haneke vedi scheda film
E' un film incompiuto come d'altronde è il romanzo di Kafka, scrittore a mio parere difficilissimo da trasporre sullo schermo.
Haneke opera una scelta senza dubbo indovinata: il castello, incarnazione stessa del Potere, rimane sempre fuori campo, invisibile agli occhi dello spettatore.
Tuttavia la sua cupa presenza influenza tutto il villaggio sottostante, facendo sentire ai suoi abitanti e soprattutto al forestiero K. tutto il suo potere.
In misura ancor maggiore del Processo si percepisce in maniera tangibile il peso di questo potere che schiaccia K. e il villaggio. Una burocrazia incomprensibile e impenetrabile come le porte del Castello, ma che definisce i ruoli delle persone obbligandoli a snaturare se stessi, generando conflitti piccoli e grandi fra loro, con il Castello che sullo sfondo, invisibile, troneggia ed alimenta mantenendo intatto il suo dominio.
Con qualche incertezza Haneke riesce in questo intento: far vedere gli effetti del Potere sulle persone, rimanendo nascosto nella sua vera essenza.
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