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Kinetta

Regia di Giorgos Lanthimos vedi scheda film

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La recensione su Kinetta

di cheftony
4 stelle

Lui la immobilizza, le afferra i capelli e la scaraventa a terra. Dopo averla fatta cadere, si china su di lei e cerca di trascinarla da terra. Lei riesce a colpirlo con il pugno destro. Lo colpisce di nuovo, questa volta col sinistro. Lui molla la presa, lei ha la possibilità di dargli un calcio con la gamba destra. L'uomo cade all'indietro, lei si rigira sulle mani e sulle ginocchia e prova ad allontanarsi. Lui si alza e con un movimento rapido… Con un tuffo preciso, le afferra le gambe, tirandola verso di sé, rivoltandola. Con movimenti lenti, trascinandosi, scivola su di lei.”

 

Aris Servetalis

Kinetta (2005): Aris Servetalis

 

Un funzionario di polizia (Costas Xikominos), una cameriera d'albergo (Evangelia Randou), un cineoperatore (Aris Servetalis): quanto basta per mettere in scena, con tanto di esasperati dettagli, atti di violenza e aggressioni, da altri perpetrati ma da essi recitati e resi eterni su pellicole amatoriali dal destino ignoto. Non sembra un modo per approfondire il profilo psicologico dell'omicida, ma una fredda, meccanica e dilettantesca recitazione.

La strana congrega approfitta del momento fuori stagione in una zona costiera per filmare i singolari soggetti; mentre il funzionario manovra le operazioni, procurando i documenti necessari a ragazze e donne (clandestine) che si prestano ad aiutarlo, la cameriera d'albergo si lascia prendere la mano e prova insistentemente le sue parti nell'albergo vuoto.

Disadattati, impenetrabili, apatici: individui che riproducono eventi legati a pulsioni estreme per colmare l'impossibilità di provare sensazioni proprie. E se non dovesse servire a niente, ricomincerà pur sempre la stagione estiva, a portare il sole sul mare e il grigiore nelle loro anime.

 

 

Evangelia Randou

Kinetta (2005): Evangelia Randou

 

Kinetta” segna l'esordio – per così dire - solista della punta di diamante del nuovo cinema greco Yorgos Lanthimos, dopo una commedia co-diretta e un cortometraggio. Nonostante l'aiuto produttivo da parte di Athina Rachel Tsangari (poi regista di “Attenberg”), la gestazione non dev'essere stata semplice: presentato al Toronto International Film Festival nel 2005, vede la luce nelle sale greche solo diciotto mesi dopo, scontando una fruibilità davvero esigua, nonché le già incipienti crepe nella salute dell'economia greca, industria cinematografica inclusa.

Kinetta (o Kineta) è una località di villeggiatura estiva situata nella regione dell'Attica occidentale, ma anche un tipo di cinepresa; è dunque un termine che riassume appropriatamente l'idea alla base del film, che purtroppo non si delinea mai in un vero e proprio sviluppo.

Kinetta” può vagamente ricordare, ad un immediato impatto, “Crash” di David Cronenberg, ma le analogie col film del maestro canadese si esauriscono presto: qui mancano eccitabilità e pulsioni erotiche connesse alla messinscena di un evento (incidenti d'auto in “Crash”, aggressioni e delitti in “Kinetta”); da un lato riproduzione sessuale, dall'altro asettica e fedele riproduzione dell'evento come bisogno primario.

Già visione ostica e costruita su un budget molto ridotto, “Kinetta” introduce alla singolare poetica di Lanthimos, fatta di what if? appiccicati a personaggi anonimi e rarefatti, di cui nulla è dato sapere e che poco o nulla proferiscono; è un film praticamente muto, se si eccettuano le appassionate e rigorose descrizioni delle scene delittuose da parte del funzionario. La telecamera a mano di Lanthimos si muove (fin troppo) nervosa e talora ricercata, in abbinamento a scelte fotografiche peculiari, con diverse inquadrature volutamente e fastidiosamente fuori fuoco.

Dunque un preludio stilistico a “Kynodontas”, ma privo della profondità, dell'algida e nera ironia e delle complesse implicazioni che rendono eccelso il successivo film del cineasta greco, ormai in piena rampa di lancio sulla scena internazionale. Esordio che meglio si affronta a carte scoperte, ovvero con almeno una visione - e un forte apprezzamento - dedicata a “Kynodontas”; altrimenti “Kinetta” rischia di risultare, al di là di ogni possibile fascinazione e discettazione filosofica, indigeribile e indecifrabile.

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