Regia di Giorgos Lanthimos vedi scheda film
Un regista e un fotografo mettono in scena, grazie a una donna delle pulizie masochista, alcuni episodi di violenza sulle donne. La protagonista prende troppo sul serio il suo ruolo.
Kinetta è l'esordio registico di Yorgos (Giorgos) Lanthimos in solitaria, quattro anni dopo aver diretto O kalyteros mou filos (My best friend) insieme al più esperto Lakis Lazopoulos. Dramma psicologico, schizzo di una devianza contemporanea, il film non segue un canovaccio solido o lineare, anzi: la sceneggiatura di Lanthimos e di Yorgos Kakanakis sembra affastellare senza troppe richieste dal punto di vista logico una serie di scenette con i medesimi protagonisti, senza approfondire in alcun modo le loro identità, mostrandoceli soltanto nelle loro gesta quotidiane. Gesta per lo più banali, di tanto in tanto disperate: c'è qualcosa di malato nel comportamento del trio centrale di personaggi di Kinetta, ma non viene mai chiarito nulla: lo spettatore, esasperato dalla mancanza di raccordi logici e dal quasi totale mutismo, deve procedere per indizi e supposizioni, formulando ipotesi astratte su ciò che vede - e non avrà nessuna spiegazione neppure al termine della pellicola, naturalmente. Complicato oltre i limiti del masturbatorio, Kinetta lascia di buono la laconica e splendida fotografia di Thimios Bakatakis, oltre al sentore di trovarsi di fronte a un autore forse qui involuto nello stile, ma di certo dotato di mezzi e di argomenti per lasciare un segno; lo farà con il successivo Kynodontas (2009). 3,5/10.
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