Regia di Alejandro Brugués vedi scheda film
A Cuba sono arrivati gli zombie.
Ma un manipolo di eroi sembra non riuscire a capirlo.
Li scambia per dei dissidenti politici al soldo degli Usa.
Poco male, ormai stanno infestando tutta L'Avana.
Vanno sterminati.
Geniale variante del genere apocalittico zombesco Il cacciatore di Zombie (ma molto più bello l'originale Juan de los muertos) è un cult che chi ha amato L'alba dei morti dementi e Benvenuti a Zombieland non può mancare.
La metafora politica ovviamente è fortissima (ma cosa a Cuba può non parlare anche solo indirettamente di politica?) ma non appesantisce per niente il film, anzi.
Sin dalla prima scena, con quella zattera prima vista dall'alto e poi da sott'acqua, quello che sorprende è la cura tecnica e il gusto per l'inquadratura del regista, poi confermato per tutta la durata del film.
Ho trovato davvero notevole l'uso della telecamera e la costruzione delle scene.
Penso al campo medio della coppia "fiocinata" di vecchi, la scena dell'ascensore e la testa giocata anche con il solo audio, l'incredibile decapitazione collettiva nel finale (con quel mucchio di corpi visti dall'alto davvero magnifico) o l'inquadratura subacquea dei non morti che camminano nel fondo del mare.
Ma il punto di forza del film è tutto nella brillantezza.
Brillantezza nel delineare i personaggi (anche se storco il naso al trans e al bestione nero che sviene alla vista del sangue, attore deprimente e scenetta che si ripete troppe volte) con su tutti i due protagonisti, Juan e soprattutto il suo amico Lazaro, un pervertito che si fa le pippe nei momenti più assurdi.
Brillantezza, ovvio, nell'idea geniale di fondo e non mi riferisco solo a quella metaforica degli zombie-dissidenti ma anche alla trovata per cui l'arte di arrangiarsi (nella quale Cuba si lotta con Napoli il primato mondiale) porta i protagonisti a farsi killer a pagamento dei parenti zombie dei clienti.
E brillantezza anche nelle singole scene, alcune trash come le palle di fuori, oppure come lo strepitoso ultimo volere di Lazaro prima della morte o come il trampolino di Zombie.
Anche se il "trenta" che Lazaro tira fuori come percentuale di esser stato morsicato è il top.
A proposito, l'ex moglie di Juan, dice lui, fa la blogger.
Che significa? gli chiede l'amico.
"Scrive cazzate su internet"
Spettacolo.
Ho amato anche l'uso delle luci, formidabile ad esempio nelle scene notturne di loro nudi, sia fuori che dentro la camionetta.
E bellissime alcune esecuzioni degli zombie (la palla da baseball su tutte).
La prima volta che il gruppetto va ad uccidere è davvero potente e divertentissima come scena e Lazaro sarà un coglione ninfomane sì, ma il machete lo usa alla grande.
Resta però una parte centrale molto più debole del resto della pellicola, quasi soporifera.
E -oltre ai due personaggi sbagliati citati sopra- ho trovato davvero debolucci alcuni scontri con gli zombie, troppo trash (vedi quello a passo di tango).
Insomma, un film di genere davvero riuscito, originalissimo nel suo essere derivativo ma con i suoi bei difettucci.
Ottimo però il finale, molto umano senza essere retorico.
E aspettate la fine fine perchè, anche se solo a disegni, ci sarà un' "orgogliosa" sorpresa.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta