Regia di Werner Herzog vedi scheda film
Un tragico fatto di cronaca finito nel sangue, assurdo tanto quanto quello descritto da A sangue freddo di Capote. Herzog lo descrive in maniera puntale dai resoconti della polizia, ma non è soltanto il risvolto cronachistico della vicenda ad interessare il regista tedesco, tantomeno mettere sul piano pro o contro la pena di morte Into the abyss.
Ciò che a Herzog interessa è il legame di dolore che accomuna tutti gli attori della vicenda, andare oltre alla cronaca per entrare nella sfera emotiva dei protagonisti. Scevro da qualsiasi sensazionalismo, il regista tedesco ci offre la sofferenza di un ragazzo diventato uomo di fronte all'ineluttabilità della sua morte, il tempo indefinito da trascorrere in carcere del suo complice. Una donna di fronte alla propria famiglia distrutta.
Ma dove raggiunge vette emotive intensissime è nella confessione di un padre, del proprio fallimento nei confronti del figlio e nell'ex capitano del braccio della morte del carcere. In questi due momenti, attraverso gli sguardi e le parole si può percepire, in maniera sensibile, l'individuo di fronte a quell'abisso e scorgere ciò che è dentro. E l'abisso sono anche i rottami di un'automobile rossa, abbandonata in un deposito, pallido ricordo della sua bellezza e causa scatenante di tanto dolore.
Un altro documentario da incorniciare per il regista tedesco.
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