Regia di Maurizio Ponzi vedi scheda film
Un gruppo raccogliticcio si raduna ad un corso di sopravvivenza. Sopravvive anche il nostro interesse, e qualche risata non manca in un insieme non eccelso.
È uno di quei film non proprio belli, ma che si può guardare ogni tanto nel corso degli anni; all'epoca, comunque, era molto popolare, forse al di là dei suoi meriti reali.
Di buono ha due protagonisti affiatati e simpatici, e un ritmo abbastanza buono, con delle situazioni sempre diverse in cui si vengono a trovare i partecipanti al corso di sopravvivenza. Guardare questi improbabili uomini duri alle prese con la natura incontaminata dell'Appennino Toscano fa stare vivo l'interesse, anche quando la sceneggiatura e i dialoghi lasciano un po' a desiderare.
Alcune gag fanno ridere, altre per niente, e questo non solo a me. Non se ne sono accorti mentre le scrivevano o giravano il film?
Si intravvede lo sforzo degli sceneggiatori (tra i quali Leo Benvenuti) di dare qualche consistenza al gruppo raccogliticcio del corso, impegno non sempre presente nelle commedie degli anni '80 (anzi). Alcuni dei partecipanti hanno la loro piccola carica di umanità, e questo certo è un elemento positivo.
Tra gli attori, segnalo Novello Novelli, che a partire dai film di Francesco Nuti si era specializzato in particine o macchiette, ma mai disprezzabili e sempre con una certa ironia e simpatia. Era una di quelle persone che basta che parlino e già sono interessanti. Poi vediamo la nipote del duce Alessandra Mussolini, che in quegli anni aveva la sua porzioncina di visibilità sia come attrice (nel ruolo di bellona o ragazza alla moda), che come politica. Non si può dire che reciti male, ma è evidente che le sue potenzialità si poggiassero sulla bellezza fisica, che dura quello che dura.
I due divi, invece, offrono quello che di solito hanno da offrire: Pozzetto ci dà i suoi momenti stralunati e la sua comicità da serio (la scena del pesce vivo nel giaccone e la caduta dal letto a castello fanno indiscutibilmente ridere), e Montesano è il romano con la lingua sciolta e le tipiche velleità da duro e figo, il quale però si rende conto di non essere tale. Anche a loro la sceneggiatura dà quel tanto di consistenza umana che non dispiace.
Per condire il tutto, qualche pizzico di sesso, che non poteva mancare.
Ponzi, dal canto suo, ha abbandonato i toni surreali e grotteschi del passato (forse rimettendoci), per dirigere una commedia “normale”. Che dire, se la cava.
Qua e là c'è qualche banalità e qualche gag lanciata col cannone, che però manca il bersaglio. Ma che volete, non si può chiedere troppo a un film come questo, e se pensiamo alle vanzinate con Boldi e de Sica, ne vediamo di più i pregi.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta