Regia di Kenneth Lonergan vedi scheda film
La vita di Lisa Cohen (Anna Paquin) - una studentessa newyorchese di origini ebraiche, che vive con la madre (J. Smith Cameron), separata dal padre (Lonergan stesso), che invece vive in California - viene letteralmente sconvolta il giorno che, involontariamente, con il concorso di colpa di un autista di autobus (Mark Ruffalo), la morte di una signora che stava attraversando la strada (a semaforo verde...).
Da quel momento Lisa non è più lei e i rapporti con qualsiasi persona che la circonda - compagni di classe, amici e amiche, madre e fratello, un insegnante (Matt Damon) che ha a cuore il suo caso, nonché un'amica della defunta - finiscono per naufragare in un vero e proprio comportamento al limite della paranoia.
'Margaret' è il secondo film di Kenneth Lonergan ed ha subìto una via crucis a livello distributivo, dato che, essendo stato girato nel 2005, ha visto l'uscita sugli schermi americani soltanto nel 2011: i problemi sono in particolare legati alla durata del montaggio finale, che l'autore voleva pari a poco più di tre ore (in effetti pari alla extended version), giudicata spropositata dagli executives che hanno finanziato la pellicola; in aggiunta a ciò nel frattempo sopraggiungevano eventi luttuosi come le morti di Sydney Pollack, uno dei produttori, e a seguire di un altro regista, Anthony Minghella, produttore esecutivo e mettiamoci anche due cause legali a complicare la fase post-produttiva del film. Sta di fatto che il montaggio definitivo - sebbene firmato da Anne McCabe e Mike Fay- veniva affidato a Martin Scorsese e alla sua montatrice di fiducia Thelma Schoonmaker, che riducevano il girato alle due ore e trenta, con cui è poi uscito sugli schermi.
Nonostante queste premesse, che gli fanno guadagnare la nomea di film 'malato', 'Margaret' è un vibrante e rigoroso dramma, dove una ragazza all'apparenza spensierata, come tante altre delle sua età del resto, precipita in un buco nero esistenziale, provocato da un fatto casuale e tragico, che avrà forti ripercussioni nella sua vita di tutti i giorni: Lonergan gira lunghe scene molto dialogate, usando pochi e calibrati movimenti di macchina, dando un ritmo (anche se a volte si notano bruschi stacchi che paiono appunto tagli non voluti dall'autore) molto controllato al film che, vedendolo a posteriori, può essere letto come una prova generale per il successivo 'Manchester by the Sea', uniti entrambi dal tema di fondo della vita che cambia all'improvviso, di punto in bianco, per il personaggio principale, a causa di un fatto luttuoso.
Ambientato in una New York simile a quella dei film di Woody Allen in quanto a location, ma totalmente opposta in quanto a umori, sensazioni e totale assenza di ironia e nostalgia, illuminato dalle luci del polacco Riszard Lenczewski (suo il sensazionale b/n di 'Ida'), 'Margaret' si avvale di un grande cast corale, in cui brillano una scintillante Anna Paquin, nella sua finora migliore prova da adulta, nella scomdoda parte della tribolatissima e traumatizzata ragazza, J. Smith Cameron, brava ma poco usata al cinema, che recita nel ruolo, a sua volta, di attrice di teatro, un insolito Jean Reno, in versione latin lover, Mark Ruffalo, autista di bus coinvolto nella disgrazia, Matt Damon, nel (debole) ruolo del professore che ha un'avventura con una sua studentessa (situazione troppo sfruttata da tanti altri film) e infine Matthew Broderick, anch'egli insegnante, un po' complessato, che legge i versi della poesia 'Primavera e autunno' di G. M. Hopkins, la cui protagonista è la Margaret che dà il titolo al film.
'Margaret', ben accolto dalla critica, ottiene un sonoro ed immeritato fiasco al box office: pur con qualche piccolo difetto evidenziato - di montaggio e di scrittura - è un gioiello da vedere assolutamente, possibilmente in originale (o, per una migliore comprensibilità, in entrambe le versioni), dato che in italiano alcuni voci (in particolare della protagonista) non sono molto confacenti a quelle vere degli attori.
Voto: 8 (v.o.).
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