Regia di David Frankel vedi scheda film
Un film insolito nella tematica ma prevedibile nella dinamica.
La singolare gara di birdwatching illustrata nella pellicola di David Frankel (e nel romanzo di Mark Obmascik da cui è tratta) esiste davvero. Si chiama Big Year e vi partecipa un tris di personaggi che proprio grazie a tale passione – l'osservazione dei volatili direttamente nei loro habitat naturali – comprendono che cosa sia importante per loro a livello personale, tra lavoro, famiglia e amore. Le notazioni sull'amicizia non sono banali e la simpatica trovata del conteggio degli uccelli con tabelle segnapunti è azzeccata, ma il ritmo sostenuto e uniforme, l'indubbia duttilità registica di Frankel (Il diavolo veste Prada, Io & Marley) e il carisma di tre interpreti (Steve Martin, Owen Wilson e Jack Black) assortiti e divertiti (ma che spesso vanno sopra le righe) sono pregi che però non cancellano l'ingombro di una voce narrante (affidata in originale a John Cleese) che parla in sovrabbondanza, la ripetitività dell'intreccio (l'anno si riduce a una sequela di viaggi attorno al globo) e la fretta o l'incongruenza di alcune soluzioni narrative del copione di Howard Franklin (la didascalica conclusione). Un film insolito nella tematica ma prevedibile nella dinamica: osare un po' di più non avrebbe certo nuociuto. Titolo italiano totalmente nonsense. In piccole parti, Dianne Wiest, Rosamund Pike, Jim Parsons (noto attore di The Big Bang Theory) e Anjelica Huston.
Svariate le belle canzoni (selezionate da Theodore Shapiro), tra cui spicca Viva la vida dei Coldplay.
♥ Film DISCRETO (6) — Bollino VERDE
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