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The Double

Regia di Michael Brandt vedi scheda film

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La recensione su The Double

di supadany
6 stelle

Thriller discutibile, a partire da un fatto veniale, ovvero che sulla locandina viene strillato come gli sceneggiatori siano gli stessi di “Wanted” (2008) e “2 fast 2 furious” (2003) non proprio due emblemi di sceneggiature di ferro (e quindi un biglietto da visita discutibile); in tal senso le cose non andrebbero nemmeno così malamente, ma in ogni caso si gioca troppo al raddoppio ed a forza di esagerare si perde d’effetto.

Da tempo in pensione, l’ex agente CIA Paul Shepherdson (Richard Gere) viene richiamato quando un killer sovietico sembra essersi rifatto vivo dopo tanto tempo.

Nonostante la sua ritrosia, viene affiancato dal debuttante agente FBI Ben Geary (Topher Grace), che ha studiato a fondo lo stesso criminale.

I due analizzano gli ultimi accadimenti e si avvicinano sempre di più alla soluzione, mentre vengono a galla secondi fini a false verità.

 

 

Michael Brandt concepisce un congegno che non manca di portare sorprese, a partire da una fondamentale rivelazione che arriva anzitempo lasciando lo spettatore letteralmente di sasso e spostando decisamente i punti di vista e la percezione di quanto si vede in campo (scelta atipica ed apprezzabile).

In mezzo amplifica il complotto (un po’ troppo ed un po’ caoticamente), sparge altri colpi di scena, momenti d’azione ed altri di tensione (come l’avvertimento di Paul alla moglie di Ben), tenendo un ritmo alterno ed arrivando scarico al confronto finale, ancora una volta scandito da una grossa novità.

Purtroppo la credibilità è più volte appesa ad un filo, le identità troppo complicate da tenere verosimilmente nascoste, la scrittura dei personaggi non si fa mancare niente (andando un po’ oltre), mentre molto peso è destinato sulle spalle dei due interpreti protagonisti.

Richard Gere è complessivamente all’altezza, meglio quando fa il sostenuto affascinante ed ombroso che quando diventa figura d’azione (anche gli anni passano), mentre Topher Grace  mette in campo molta volontà, ma perde parecchio peso specifico quando la sceneggiatura lo porta ad un repentineo cambio di personalità, troppo grande per le sue spalle.

Un film che ci prova, ma che tende a strafare ed a forza di insistere anche gli effetti pratici si affievoliscono; rimane uno spettacolo più easy di quanto non sembri, in fondo l’obiettivo principale era quello di ibridare (complotto spionistico ed azione) e di accumulare anche se tutto questo non è certo un inno alla qualità.

Più aleatorio che altro, ma comunque passabile.  

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