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The Double

Regia di Michael Brandt vedi scheda film

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La recensione su The Double

di FilmTv Rivista
6 stelle

In ogni spy thriller che si rispetti, la duplicità è il motore degli ingranaggi simbolici. La scacchiera sulla quale Brandt muove le pedine è animata da scissioni contestuali - tra reminiscenze di Guerra Fredda e nuovi incubi post 11 settembre - e temporali, con la vicenda in bilico tra un passato e un presente che tendono inesorabilmente a sovrapporsi, fino a entrare in corto per la detonazione narrativa letale. In questa cornice a giochi doppi si consumano inevitabili (prevedibili?) doppi giochi antropologici, incarnati da personaggi in continua ambiguità esterna e interna: l’agente Cia in pensione Shepherdson (Gere) e il novellino Geary (Grace), alla ricerca del killer sovietico Cassius, si sdoppiano e si nascondono all’altro come a loro stessi, fino a perdere l’identità. In sede di scrittura, la collaudata coppia Michael Brandt/Derek Haas sfodera una sicurezza non comune: in una storia di ferro risolve l’ambiguità interna a Shepherdson nei primi minuti, rischiando di restare senza assi nella manica ma creandone altri a ogni ulteriore snodo. La regia, invece, si limita alla maniera aggrappandosi a espedienti rimasticati: l’abuso di ralenti stride con la costruzione antiretorica della storia e con l’asciuttezza formale del quadro, mentre le sciatte sequenze in flashback sono annunciate banalmente da filtri grigi. Peccati veniali del “doppio” Brandt, coraggioso veterano della sceneggiatura e regista debuttante.

 

Recensione pubblicata su FilmTV numero 10 del 2012

Autore: Claudio Bartolini

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