Regia di Marco Modugno vedi scheda film
Dario - Che cazzo! Io se non parto... io se non parto sto male... Quando vai a farti dare i soldi?
Marco - Ah, ma a me me li danno... Cioè, figurati se non me li danno... Cioè, se non me li danno gli apro un casino, hai capito...
È come se il Nanni Moretti di Io sono un autarchico avesse girato un film su uno dei personaggi più noti di Ecce bombo, ovvero la ragazza che risponde «faccio cose... vedo gente...» alle domande del protagonista.
Fratellino delle prime prove morettiane - che Modugno dimostra di avere visto ed assimilato -, anticipatore di certo cinema testimone della dissoluzione di una generazione (Amore tossico è di tre/quattro anni successivo), Bambulè fece parlare di sé soprattutto per la capacità di creare cinema, quando ci sono le idee, anche con mezzi economici minimi, sebbene il regista/soggettista/sceneggiatore ed attore protagonista fosse figlio non di un palazzinaro qualsiasi, ma di Mister Volare.
«Referto appena affabulato di una penosa situazione sociologica, [...] testimonianza preoccupante sul mondo dei giovani» (Tullio Kezich), il film di Marco Modugno è inserito in un contesto che prevedeva fughe nella droga pesante o nella lotta armata e pare la messinscena di una gioventù che, come canteranno qualche anno più tardi i C.C.C.P. di Giovanni Lindo Ferretti, non studia, non lavora, non guarda la TV, non va al cinema e non fa sport (Io sto bene, 1986).
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