Regia di Marco Modugno vedi scheda film
Due ragazzi romani, appena maggiorenni, sognano di fuggire in Brasile per emanciparsi dal mondo degli adulti e da quello opprimente del lavoro. Fra una canna e una ribellione in famiglia, arriva però la cartolina del servizio militare.
Opera prima e praticamente ultima (in seguito girerà solamente un lavoro televisivo, Briganti: amore e libertà, una dozzina di anni più tardi per Fininvest/Mediaset) per Marco Modugno, figlio del grande Domenico. Peccato, davvero peccatissimo: pur essendo un film in parte già visto - ricorda molto da vicino gli esordi di Nanni Moretti, Io sono un autarchico ed Ecce bombo: anche Modugno qui è regista, sceneggiatore e protagonista - Bambulè con i suoi personaggi stralunati, iperreali risulta una pellicola vivace, acuta e soprattutto vera, frutto di un'osservazione della realtà assolutamente ficcante e approfondita. Nonchè ironica, perchè la maniera di raccontare l'universo giovanile cui lo stesso Modugno (classe 1958: appena 21enne!) appartiene è sempre sul filo dell'autocritica, della stigmatizzazione in odore di sarcasmo finalizzata a una bonaria assoluzione, che solo il finale tragico (mal girato, va detto: un po' lasciato in sospeso) riesce in parte a mitigare. Film povero nei mezzi, ma ricco di idee, con limiti formali evidenti e qualche distrazione perdonabile dietro la macchina da presa, recitato in modo altrettanto non impeccabile, ma da premiare per la capacità di raggiungere l'ambizioso obiettivo di fornire uno sguardo critico e personale, ma condivisibile, su una generazione allo sbando fra droghe, utopie giovanili, famiglie oppressive e, naturalmente, tutto il retaggio del Sessantotto ormai appassito, ma non ancora rimosso. Nel cast anche Dario Silvagni, Cico Diaz, Pia Attanasio e Nerina Montagnani; Modugno jr. si occupa anche della colonna sonora insieme al fratello Marcello. 5,5/10.
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