Regia di Daniel Nettheim vedi scheda film
Martin David, interpretato da Willem Dafoe, malamente doppiato in italiano, viene assoldato da un'industria chimico-farmaceutico-militare per catturare l'ultimo esemplare rimasto della famosa Tigre della Tasmania. L'animale, che vediamo a inizio film in curiose immagini di repertorio di inizio secolo scorso, ha - per meglio dire: aveva - la caratteristica di immobilizzare le proprie prede col primo morso grazie ad una particolare tossina. Il principio di quella tossina fa gola alla Red Leaf, il malvagio deus ex machina di turno, che dà l'incarico al cacciatore del titolo di recarsi in emisfero australe a scovare il quadrupede carnivoro. Il protagonista si scontrerà con la natura ostile del luogo, con gli ancor più ostili abitanti della zona, il disboscamento e le multinazionali del legname, gli ambientalisti, una famiglia mezza hippy che lo ospiterà, quasi adottandolo come nuova figura paterna. A suon di trappole, escursioni in solitaria, rischi, pericoli e minacce, Martin si interrogherà sul senso della discutibile missione e sula sua presenza in quei luoghi. L'incontro con la leggendaria bestia, tristissimo, sospeso nel tempo e nello spazio, lascerà il campo al silenzio e alla redenzione, non senza estremi sacrifici. Un film non esente da difetti ma interessante. Paesaggi affascinanti come degna cornice.
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