Regia di Ben Wheatley vedi scheda film
La moglie è svedese, non ucraina!!!! (Tricker)
Prima cosa, doveroso riconoscimento al nostro amico Tricker (utente di Film TV) che si è giustamente affannato a sottolinearlo in vari commenti: la moglie è svedese, non ucraina!!!
Secondo: se è giusto, com’è giusto, che ogni commento, recensione, opinione, analisi di un film venga chiesto all’autore di non spoilerare, ovvero, nel caso, di avvertire della presenza di spoiler nel proprio scritto, in casi come questi lo spoiler più clamoroso è insito nella “classificazione” tra i film horror: se infatti non c’è, per lo spettatore, alcun motivo di ritenerlo tale per i primi due terzi abbondanti, la virata al genere horror del finale è soltanto la “spiegazione logica” di tutto quanto avvenuto prima. E prima, nella prima mezz’ora, “Kill List” è un dramma di matrice grossolanamente psicologica, col suo protagonista alle prese con problemi familiari, relazionali, economici, di identità; nella seconda mezz’ora (abbondante) è uno spietato noir come raramente se ne vedono (e come raramente se ne possono apprezzare, la regia fa la differenza...). Solo alla fine, per chiudere il cerchio, una sequenza così satanica che più satanica non si può (e Ben Wheatley non sarà affatto banale, come non lo è mai stato fino a questo momento) è necessariamente tremenda per spiegare tutto ciò che prima poteva non essere stato compreso.
Sono d’accordo con chi dice che un film simile sia un film di scuola, che si possa solo amare od odiare (anche io l’ho amato), e pure non posso dare torto a chi vi abbia visto soltanto un lavoro da macelleria condito di basso esoterismo populista. E’ tutt’e due le cose, dipende solo da come ci si siede in poltrona. Cosa che accade di frequente, se non sempre, a chi ama il cinema.
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