Regia di Antonio Margheriti vedi scheda film
Attivo da ormai una decade, Margheriti - quasi sempre dietro lo pseudonimo di Anthony M. Dawson - aveva girato di tutto, sempre rimanendo nel 'genere': dal mitologico alla spy story, dalla fantascienza allo spaghetti western; qui si misura con l'horror/thriller e mostra come di consueto di disporre di buoni mezzi non supportati però da adeguati budget. Non siamo nella serie A, ma soltanto nella B, senza scendere ulteriormente; il cast è piuttosto misero, contando di elementi di limitatissimo richiamo come Dominique Boschero, Claudio Camaso, Marianne Koch, Joachim Fuchsberger, Luciano Pigozzi (alias Alan Collins); nella sceneggiatura dello stesso regista convivono una sotterranea tensione - che stenta però a decollare, impiegando una mezzoretta per delineare le basi della trama -, un certo psicologismo (un'impostazione psicanalitica della narrazione stessa, che consta dei punti di vista dei vari personaggi), un tocco di sanguinolento e una punta di erotismo spiccatamente saffico. Il difetto principale probabilmente risiede nel ritmo altalenante, non poco per un lavoro di questo genere. 3,5/10.
Nella buia e piovosa serata un'auto si impantana in un percorso accidentato. Scendono cinque personaggi che trovano riparo in una vicina villa; qui vivono un uomo e l'anziana madre, intenti a praticare una seduta spiritica. Per i cinque nuovi arrivati si apre uno scenario da incubo.
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