Regia di Kinji Fukasaku vedi scheda film
Bevuta la quinta tazza di amaro the, finalmente termino la prima parte del mio lungo viaggio dentro il mondo yakuza di Hiroshima.
Ambizione del regista - a quel che leggo - fu di delineare le cause che portarono alla nascita della malavita organizzata nel Giappone del dopoguerra, privando l'affresco dei connotati romantici propri del genere.
L'intera saga tratta dai diari del vero capo yakuza si svolge in un periodo di tempo che va oltre i venticinque anni.
Siccome nel quarto film viene mostrato il boss Shozo Hirono - da un certo punto di vista "l'eroe" di questa saga priva di eroi e così intricata da rendere arduo individuare un personaggio principale - in carcere che scrive delle memorie, è facile supporre che incarni nel film l'identità del boss che scrisse le memorie nella vita reale.
Ogni fatto rimane abbozzato con una breve pennellata, e ritengo che sia difficile, a causa di questo, cercare di individuare una trama che sia chiara e vada oltre il semplice affresco un pò confuso.
Ritengo anche, per lo stesso motivo, che siano troppo affrettate le conclusioni sul film che leggo in giro sul web.
Frasi come questa
Quando uomini sciocchi stanno al comando, gli uomini sotto di loro soffrono e versano sangue senza necessità.
che vengono dette durante il film, possono essere giuste; non mi sembra però che siano spiegate con la necessaria chiarezza.
La pianto qui perchè non ho neppure voglia di parlarne, l'unica cosa buona ritengo sia la recitazione. L'analisi sociale non giustifica - perlomeno non interessa a me - le otto ore circa di durata di questi cinque capitoli, il gioco non vale la candela.
Se però piacciono le sparatorie yakuza a ripetizione girate con un particolare stile, che sconfina nella monotonia, allora il discorso potrebbe cambiare.
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