Regia di Goro Miyazaki vedi scheda film
Passato al Festival Internazionale del Film di Roma 2011 e al Future Film Festival di Bologna 2012, esce solo ora, in una sola data (il 6/11), La collina dei papaveri. Il timore dei distributori si spiega facilmente: a differenza dei film di Miyazaki padre o dell’opera prima di Goro I racconti di Terramare, La collina dei papaveri non ha elementi fantastici e non vuole nemmeno conquistare i più piccoli con carinerie varie. Si tratta invece dell’adattamento di uno shojo manga, ossia un fumetto diretto al pubblico femminile adolescente, come già ne ha realizzati lo Studio Ghibli (ma da noi sono appunto tutti inediti). La vicenda ha luogo nel 1963 e racconta di Umi e Shun, due giovani che vincono la propria timidezza attraverso il codice nautico e le poesie pubblicate sul giornale scolastico. Il preside della scuola vuole nel mentre chiudere la fatiscente residenza latina e sostituirla con un edificio più moderno. Gli studenti che vi abitano, per lo più dediti ad attività scientifiche e umanistiche, difendono invece la tradizione e con l’aiuto delle studentesse cercano di risistemare lo stabile. Al contempo la delicata storia d’amore tra Umi e Shun si snoda come una commedia da manuale, con tanto di ostacoli e agnizioni. Il rischio della stucchevolezza è in agguato, ma la finezza del disegno e il tatto con cui si rispettano i personaggi vincono ogni scetticismo. La ritrovata pace tra Goro e il padre Hayao, qui cosceneggiatore, produce un film sereno come un classico.
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