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Before the Music Dies

Regia di Andrew Shapter vedi scheda film

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La recensione su Before the Music Dies

di movieman
4 stelle

Il titolo tendenzialmente pessimista non deve far pensar male. In realtà è solo un ammonimento, ma francamente tutto sa un po’ di storia vecchia e trita. Da quando infatti ha cominciato ad affaciarsi il termine spregiativo di “corporate rock”, e questo già decenni fa, si sono paventati gli scenari più apocalittici riguardo il futuro della musica. Essa mai morirà, né quella di cattiva qualità, né soprattutto quella buona, che è poi la preoccupazione primaria di questo documentario. Lo scenario descritto nel film è comunque di matrice nord-americana, in Europa le cose stanno un po’ diversamente e di conseguenza non si rimane molto coinvolti dai temi proposti, e cioè: le stazioni radiofoniche uniformate a certi gusti popolari e standardizzati , le etichette "major" cui non interessa più produrre arte, la messa al centro dell’elemento estetico di un cantante o di una band rispetto a quello artistico. Tutto vero, ma nulla di nuovo, e nulla di grave. Le alternative ci sono, basta cercarle, ci vuole solo tempo, capacità, volontà e un pizzico di fortuna. Il mondo della musica è così vasto e sfaccettato che generalizzare è estremamente riduttivo e fare una sintesi di quello che si presume stia succedendo in questo mondo è impensabile. Con il boom di Internet poi c’è stata un’esplosione dell’offerta e oggi non ci sono più scuse: se la radio non propone niente di buono, basta spegnerla (o meglio ancora neppure accenderla!) e sintonizzare mente e orecchie altrove. Nulla di più facile, fidatevi.

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