Regia di Alfred Hitchcock vedi scheda film
In quello che è il primo film di Hitchcock ad usufruire dell'utilizzo del colore è facile trovare, grazie ad esso, tutte le sfumature dell'occhio di Alfred che riesce in questo modo a valorizzare una pellicola che altrimenti sarebbe si bella ma non fino a questo punto. Come già per Prigionieri dell'oceano anche qui l'ambiente è unico per tutta la durata della pellicola: lo studio di una casa. In realtà la scena si sposta dalla sala da pranzo, all'ingresso e lo studio dove comunque si concentra la maggior parte della messa in scena che parte proprio da lì, con gli assassini avvinghiati alla loro vittima, mentre gli stringono una corda al collo, da qui l'esplicito titolo. Se chi legge può pensare che conoscendo già vittima e assassini il film possa risultare banale o scontato, non è affatto così; basti pensare che la cena si svolgerà su di una cassapanca in cui è nascosto il corpo della vittima ma altro non voglio svelare. Mi concentrerei piuttosto sul modo non solo di inscenare il tutto che risulta essere, nonostante la monotonia dell'ambientazione, non privo di colpi di scena ma anche coinvolgente per chi guarda, curioso di conoscere la genesi dell'estremo atto condannabile. I colori, così come la fotografia, sono impeccabili; non è da meno l'interpretazione di James Stewart condita con la profondità del suo sguardo e la sua algida ma intensa interpretazione; da notare come il suo avvento in scena sia capace di modificare l'intensità del racconto e dello svolgimento della trama. Uno dei migliori di Hitchcock soprattutto per il coinvolgimento dello spettatore e per la capacità di racchiudere il racconto in un'ora e mezza in modo geniale.
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