Regia di Alfred Hitchcock vedi scheda film
In un appartamento a New York, Brandon (John Dall) e Phillip (Farley Granger) strangolano David (Dick Hogan), poco prima di una festa, e lo nascondono in una cassapanca: al party arrivano il padre e la zia del ragazzo (Cedric Hardwicke e Constance Collier), la sua attuale ragazza (Joan Chandler), l'ex ragazzo di lei (Douglas Dick) e Rupert Cadell (James Stewart), ex insegnante di Phillip e Brandon, nonché la cameriera dei due (Edith Evanson). Alla festa, pian piano, tutte le tensioni tra i personaggi, tutti collegati in qualche maniera a David, esplodono in modo violento, fino alla rivelazione finale.
'Nodo alla gola' - definito da Hitchcock, penso autoironicamente, un pasticcio - rappresenta molte prime volte per il regista, infatti si tratta del suo primo film a colori, del primo film con James Stewart, nonché del primo che girò anche in veste di (co)produttore. Ma più che per tali elementi, non certo secondari, 'The Rope' (in originale molto prosaicamente 'La corda') è passato alla storia del cinema per la sua caratteristica sperimentale di ripresa in un (apparente) unico piano-sequenza di ottanta minuti, dove vengono (quasi) rispettate le tre unità aristoteliche di tempo, luogo (eccetto i primi due minuti in cui la mdp è fissa su una strada e poi si muove alzandosi verso sinistra ad inquadrare da fuori l'appartamento dove si verifica l'omicidio, che al momento non vediamo - ancora elogio del non visto - ma possiamo intuire dalle grida che qualcosa di brutto sta accadendo) ed azione.
Il film è strutturato in undici sequenze, suddivise tra loro in cinque casi da altrettanti stacchi (che, ad una prima visione, forse essendo talmente alta la tensione creatasi, nemmeno si notano ma nel caso - come ho fatto incuriosito da ciò che avevo letto - di reiterate visioni sono evidenti) e in altre cinque circostanze 'mascherate' accortamente da appositi movimenti della mdp (tra 2^ e 3^, 4^ e 5^, 6^ e 7^, 8^ e 9^ e 10^ e 11^) su superfici scure che generano una fluidità narrativa e visiva che, nella realtà filmica, non c'é.
Hitchcock, abbandonati temporaneamente i terreni congeniali del film spionistico, dove aveva raggiunto il vertice con 'Notorious', si cimenta in un esperimento di cinema senza soluzione di continuità in questo che è un thriller psicologico sul delitto e la reazione che provoca in chi l'ha commesso, generando vanità e senso di sfida in un caso (Brandon) e senso di colpa nell'altro (Phillip) e in chi lo 'subisce' (Cadell), sentendosi l'ispiratore del crimine, a causa dell'incomprensione generata nell'ascoltare le sue balzane teorie - professate comunque come boutade - sul fatto che un omicidio ha i suoi lati positivi, da ricercare nella riduzione di disoccupazione e code ai botteghini: il film ha un ritmo ed un montaggio interno generato dai movimenti della mdp sul set, una sua progressione drammatica che culmina nella scoperta del corpo della vittima, un impercettibile passaggio dai toni iniziali da commedia sofisticata a quelli cupi e disperati del finale, un uso desaturato del colore e una grande resa corale del cast, con James Stewart e il duo John Dall-Farley Granger su tutti, il tutto tenuto insieme da una sotterranea ironia di fondo.
Un film unico e rivoluzionario, che soffre solo di eccessiva freddezza in alcuni punti ma dove la forma è il contenuto e che tanti cineasti ha ispirato e ispira tutt'oggi: quando si vede un piano-sequenza in un qualsiasi film non si può non pensare a 'Nodo alla gola'!
Voto: 8,5.
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