Regia di Alfred Hitchcock vedi scheda film
Il film è tratto molto liberamente dal dramma teatrale “Rope’s End” di Patrick Hamilton., in cui si parla tranquillamente di omosessualità tra i due amici e fra uno di questi ed il professore. La trasposizione in un testo accettabile dalla puritana america, ove l’omosessualità veniva allora definita “quella cosa” e quindi non doveva assolutamente apparire nel film, rende il testo a disposizione di Hitchcock difficile da realizzare. La figura del Professore è denaturata facendolo apparire un improvvisato ed acuto detective e non un’omosessuale. Il regista stesso parla a disagio di questo lavoro e pur trovandosi a disposizione, nella sua prima opera a colori, un’attrezzatura difficile da controllare, ma che adopera con straordinaria capacità e ricorrendo alla tecnica dei piano sequenza, non riuscì a convincere il pubblico statunitense. Film teso, con elevato ritmo, eleganza descrittiva e suspense, ove non ci sono buoni ma tre responsabili (due diretti ed uno indiretto) di un orrendo e futile crimine. Tuttavia l’opera, anche se scorre liscia, non offre che pochi momenti di vera tensione. Attori decisamente bravi, con Stewart decisamente a disagio dialoghi serrati con un vago umorismo, immancabile nelle opere di Hitchcock, scenografia e fotografia eccellenti, musica ridotta al minimo ma appropriata. Film buono ma non eccelso. Voto 6,5
Due brillanti studenti (Phillip e Brandon) strangolano un loro amico (David) con l’unico movente di dimostrare la teoria di Nietzsche secondo cui “L’omicidio è un’arte, quindi il privilegio di compierne uno dovrebbe essere riservato a quei pochi individui che sono veramente superiori e le vittime dovrebbero essere inferiori, di poco conto” insegnata loro dal professore Rupert. A delitto eseguito in corpo viene messo in una antica cassapanca (questa è la informazione che viene fornita al pubblico al fine di alimentarne l’ansia durante tutto il film, anche questa tipica di Hitchcock). Poiché devono arrivare degli invitati per un party, Brandon ha l’idea di apparecchiare il rinfresco sulla cassapanca. Gli ospiti, un altro amico (Kenneth), il padre di David, accompagnato dalla cognata e dalla fidanzata di David (Janeth), l’ex di Kenneth e dal professore Rupert. Poco prima arriva anche la domestica Wilson. Tutto il film, con taglio prettamente teatrale, si svolge nella stanza ove si trova il catafalco con dialogo serrato, parte frivolo, parte filosofico, ma tutto imperniato sulla mancata presenza di David. Phillip regge meno allo stress, Brandon appare più tranquillo, ma non sfugge a Rupert il suo nervosismo, come non gli sfugge quello di Philip. Finalmente tutti se ne vanno (non senza prima sobbalzare quando la Wilson, sparecchiando la cassapanca, fa per aprirla). All’uscita Rupert per errore si mette il cappello di David. Tutto sembra scorrere liscio ma Rupert, con la scusa di aver dimenticato il portasigarette chiede di risalire e, in modo stringente e logico, obbliga i giovani ad aprire la cassapanca. Evidente il senso di colpa che il professore prova per gli effetti dell’insegnamento fornito.
Breve, ma incisiva nel momento cruciale
Sarei rimasto al testo inglese
Al solito molto bravo, alle prese con un testo trasformato per esigenze di pubblico
E' bravo ed incisivo, ma non riesce a nascondere un certo disagio nella parte, in cui si trova non certo dalla parte dei buoni
Forse la più debole dei personaggi illustrati, ma se la cava piuttosto bene
Un Brandon arrogante, falsamente sicuro di sé stesso, offre una prestazione molto valida
Da grande attore inglese di teatro copre con dignità e bravuta il ruolo di padre di David
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