Regia di Merzak Allouache vedi scheda film
La commedia popolare dovrebbe avvalersi in ugual misura del fascino del colore locale, e dell’umorismo delle gag, e combinarli in una storia che testimoni la vita della gente comune con un brillante uso del ritratto d’ambiente. L’impresa, per riuscire, deve però poter contare su una buona base di idee artistiche e di trovate originali, onde evitare che il racconto si afflosci su un realismo magari vivace, ma privo di nerbo. In questa sitcom algerina Merzak Allouache punta, al contrario, su un fattore astratto, quale è la tensione – per altro non sempre palpabile - tra la tradizione araba e la modernità postcoloniale. Entrambe sono trattate attraverso le loro manifestazioni più marginali e poco significative, troppo distanti per entrare veramente in conflitto: l’internet point in cui il giovane Bouzid chatta online con una ragazza parigina, e i combattimenti tra montoni a cui suo fratello Kamel partecipa con un animale chiamato Japonais, appartengono a realtà disgiunte, e in fondo estranee al campo in cui si disputa lo scontro tra culture. Le vere problematiche, sociali, economiche, religiose, morali, sono completamente eluse, mentre a dominare la scena rimane la chimera del mondo dorato che si trova sulla sponda opposta del Mediterraneo, dove tutto è certamente più bello, più ricco e più tranquillo. Un sogno che, a sua volta, appare sottotono, quasi invisibile in un contesto in cui la spontaneità passa in secondo piano, per far posto all’innaturale teatralità dei personaggi e delle scenografie che, comunque, non basta a dare forma allo spettacolo. La vecchia automobile ornata di fiori finti e l’appartamento ricoperto di decorazioni colorate che i due fratelli approntano per ospitare degnamente una giovane ospite straniera, sanno più di provincialismo che di folclore; e non si capisce perché tutto ciò che li circonda, nella madre terra algerina, debba avere il sapore della disorganizzazione, dell’incapacità, della frode, dell’autoritarismo e della barbarie. Questo Bab el web è un arcipelago di stereotipi, mal collegati e poco divertenti, che punteggiano, senza un filo logico riconoscibile, un film che, ciononostante, risulta tecnicamente valido e scorrevole: un’opera che superficialmente intrattiene, però in fondo non soddisfa, perché la storia non è sufficientemente sostenuta dal gusto, e al discorso manca un po’ il conforto del pensiero.
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