Regia di Lodovico Gasparini, Lello Arena vedi scheda film
Sull'onda dello stupefacente successo arriso all'esordio sul grande schermo di Massimo Troisi, da attore e regista, con "Ricomincio da tre", l'anno seguente uscì "No, grazie, il caffè mi rende nervoso", che vedeva protagonista Lello Arena, compare di Troisi nel gruppo comico "La Smorfia", comprendente anche Enzo De Caro. Se De Caro volle girare il "suo" film con "Prima che sia troppo presto", passato nell'indifferenza più o meno generale, e poi via via si sia adattato a diventare un comprimario nelle fiction, tuttora, Arena, con la presenza della guest star Troisi, fece il suo esordio come "solista", in una commedia a sfondo giallo, in cui nella Napoli dell' "Onda Nueva", in cui artisti come il trio sopra citato, e Pino Daniele & Co. rinfrescavano l'immagine creativa della grande città del Sud, un maniaco ultraconservatore prende di mira alcuni di questi personaggi, e dopo averli minacciati, passa all'azione uccidendoli. Il fatto è che Arena era una buona spalla per Troisi, e con l'intero film addosso, non è a proprio agio, e che tutto il lungometraggio, che ha uno spunto anche non banale, finisce per avvitarsi su se stesso, soprattutto nell'ultima parte: si ride poco, anche se va riconosciuto che, ad esempio, la gag del venditore al semaforo è riuscita, ed il finale è perlomeno forzato. Gasparini non imprime gran verve al racconto, e se di Arena si è già detto, Maddalena Crippa si dà molto da fare, ma il personaggio ha poco spessore, e pure Massimo Troisi, in una versione di se stesso, non sembra al meglio, per non dire di James Senese, cui, ritratto come un arrogante e aggressivo, non viene reso un gran servizio.
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