Regia di Lodovico Gasparini, Lello Arena vedi scheda film
Peccato che il film di Arena e Gasparini non abbia avuto, all'epoca, un meritato successo. Forse erano ancora i tempi dei trionfi del Monnezza e delle commediole, molto più scontate, di Pozzetto e Montesano. Soltanto l'invenzione di un serial killer che si battezza Funiculì Funiculà meriterebbe al film di rimanere agli onori delle cronache del cinema di commedia italiano. NO GRAZIE... sembra il fratellino di certi film che si addentrano nei labirinti di Napoli e nei meandri della mentalità partenopea, il cui esponente più famoso e forse più riuscito è MI MANDA PICONE. Qui è messo in scena, in maniera parodica, ma meno leggera di quanto potrebbe sembrare, lo scontro tra la Napoli tradizionale (e la sua immagine, rappresentata da una polverosa cartolina con il Vesuvio fumigante) della pizza e della sceneggiata e la Napoli nuova, che proprio in quegli anni, andavano proponendo artisti come Troisi e La Smorfia, Pino Daniele, James Senese e i fratelli Bennato. La dicotomia è bene sintetizzata da Lello Arena nella scena finale in cui la schizofrenia del personaggio si manifesta in tutta la sua tragicomicità. Gli sbocchi, comunque, sono sempre patetici, pulcinelleschi, come dimostra lo scatto d'orgoglio che porta il protagonista a riscuotersi dalla sua simulazione della morte per scattare orgogliosamente in difesa della sceneggiata napoletana. Peccato che il film non abbia goduto neanche di una tardiva rivalutazione, perché può offrire qualche buona interpretazione, dello stesso Arena (che non sempre è riuscito ad essere così spontaneo ed incisivo), dell'ottima Maddalena Crippa, poco sfruttata dal nostro cinema, ma anche del compianto Troisi, di Monni e di Marra, nella parte dell'indimenticabile non vedente Dieci Decimi. Per quanto vale la mia opinione: un filmino da rivalutare.
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