Regia di Pier Paolo Pasolini vedi scheda film
Un documentario che è “un appello all’Unesco”, come recita la didascalia iniziale di questo cortometraggio, che consta di neppure un quarto d’ora di riprese che Pasolini effettuò a Sana, nello Yemen del sud, durante la lavorazione de Il decameron, nel 1970. “In nome degli uomini semplici, che la povertà ha mantenuto puri; in nome della grazia dei secoli oscuri; in nome della scandalosa forza rivoluzionaria del passato”: il regista/scrittore lancia questo appello affinchè il degrado che sta coinvolgendo la storica città mediorientale possa essere arrestato, come un monito al presente disinteresse verso il passato, nel nome di un futuro architettonicamente più solido, ma anche più brutto (e ignorante, in quanto costruito sulle macerie del passato). Le immagini della città, protetta dalle antiche mura da cui il lavoro prende il titolo, sono commentate dalla voce di Pasolini stesso, che nel finale aggiunge anche un brano girato in Italia, a Orte, nel quale intervista un passante sulle ragioni del locale degrado ambientale nel vago nome del progresso: affiancare Sana a Orte non è del tutto fuori luogo, poiché le due località sono accomunate dalla presenza della storia antica e dall’odierna mancanza del rispetto di essa. 6/10.
Breve documentario sul degrado di Sana, in Yemen, nei luoghi in cui Pasolini sta girando Il decameron.
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