Regia di Pierre Salvadori vedi scheda film
Un film sconcertante - non in senso negativo - totalmente privo di quel glamour divistico e registico tanto comune nel genere, così come di un'impostazione moralistica. I personaggi agiscono infatti in una dimensione a-morale, dove la possibilità di una vita diversa non è nemmeno presa in considerazione e l'etica è sostituita dall'onnipresente idolo, i soldi facili (oltretutto senza il minimo scandalo). Quanto di più realistico, dunque: non è questa forse, al di là di ogni ipocrisia, la mentalità imperante e non si incontrano dovunque persone del genere, in Italia come altrove? (viene anche fatto di pensare al bellissimo libro di Jens Lapidus "La traiettoria della neve", il cui titolo originale è appunto "soldi facili"). Per altro la fatale debolezza umana riguarda anche chi, pur saldamente in possesso della propria etica, sa benissimo quanto non procuri l'invulnerabilità (Alain, il barista, costretto a cedere dallo stato di shock conseguente a un delitto commesso per amore della protagonista, Marie: una scena splendida nella sua informalità). Riguardo al Satana di turno, uno zio - tonton, in francese, parola beffardamente simbolo di bonomia - è anch'esso molto prosaico e agghiacciante nel suo essere solo per i quattrini. La trama stessa, incentrata sul traffico delle macchinette mangiasoldi e sui bar periferici è tutt'altro che avventurosa. Nemmeno la morte, da sempre oggetto di mistificazione artistica, sfugge a questa impostazione. La scena dell'investimento e del decesso di Antoine è indimenticabile: la lunga agonia dell'uomo, seguito dai suoi aguzzini ammutoliti, il tranquillo saccheggio del cadavere da parte di uno di loro sono agli antipodi del cliché cinematografico. Si potrà obiettare che le strade deserte sono una concessione al romanzesco, ma tant'è. Mi pare logico concludere dicendo che si tratta di un film molto notevole, in cui la sottoscritta si è imbattuta per via del suo attore preferito, Guillaume Depardieu, amico e sodale del regista (se aspettavo la patetica distribuzione italiana, ça va sans dire, stavo fresca).
Idee chiarissime, complimenti.
Ha fatto di meglio, ma la sua scena finale con la Golovine, in cui la sua bellezza straordinaria viene illuminata in maniera quasi "angelica" ed eterea (e drammatica, allo stesso tempo) ha un grande fascino.
Il suo cameo lo recita con grande classe e spirito.
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