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Regia di Kang-sheng Lee vedi scheda film

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alan smithee

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La recensione su Help Me Eros

di alan smithee
8 stelle

Secondo lungometraggio per l'attore feticcio del grande e pluripremiato regista di Taiwan Tsai Ming Liang. Ricordiamo il volto attonito, l'espressione tra il meravigliato ed il sofferente, l'atteggiamento impacciato di Lee Kang-Sheng nei capolavori del suo maestro in cui figurava sempre tra i pochi muti protagonisti. E questo film in qualche modo ripercorre lo smarrimento e il vuoto esistenziale dei film del maestro; in qualche modo la pellicola potrebbe essere una continuazione o una rielaborazione delle atmosfere torbide ma anche tristi e desolanti de "Il gusto dell'anguria", di cui riprende l'osservazione delle manie erotiche e voyeuristiche di persone svuotate di contenuti e motivazioni per andare avanti.
In una Kaohsiung tutta luci, neon e ammalianti tentazioni visive che la assimilano ad una Las Vegas orientale, seguiamo le vicissitudini di tre persone con problemi finanziari, affettivi, e di interrelazione. Lee Kang Shen impersona Ah-Jie, un fresco disoccupato schiacciato da azzardati investimenti borsistici finiti male, lasciato anche per questo dalla compagna, completamente al verde, con il lussuoso loft minacciato dai sigilli del fisco, senza acqua e luce, che sopravvive svendendo parti del ricercato arredamento della casa, ed impegnato quasi solo alla cura maniacale delle piante di marijuana che tiene nascoste in uno sgabuzzino illuminato artificialmente.
Poi c'e' l'impiegata di un call center che assiste i potenziali suicidi (e dunque il nostro protagonista), una persona bulimica e pure lei in fondo oppressa da notevoli problemi caratteriali che cela nella sicurezza delle proprie private esperienze erotico-culinarie; infine una bella ragazza addetta ad un sexy negozio di sigarette e dolciumi, trattata come un oggetto dai volgari clienti del sexy-chiosco. Vite alla deriva che si intrecciano, orrori quotidiani a cui assistiamo come il documentario iniziale sulla preparazione di un piatto sushi col pesce ancora vivo e sezionato sul piatto, uova di struzzo utilizzate per cucinare che nascondono feti devastati, anguille utilizzate per acuire le stimolazioni sessuali. E poi sesso, fatto sui tetti, immaginato in pose sempre piu' ardite ed acrobatiche, mentre il vuoto si avvicina e porta solo una disperazione inalienabile e senza scampo. Non siamo certo ai livelli del grande maestro Ming Liang, ma il film e' molto interessante e drammaticamente intenso e disturbante.

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