Docufiction sulla vita del giornalista e scrittore spezzino Gian Carlo Fusco, dagli anni della burrascosa gioventù fino al successo nel mondo del giornalismo di cronaca e costume. Attraverso una ricostruzione storica in teatri di posa, si rivivono i periodi in cui Fusco praticava la boxe o girava per le città vivendo come un clochard, praticando mille mestieri prima di approdare, a metà anni 50, alla redazione del quotidiano Il Giorno. Accanto al suo ritratto, si delinea anche la storia delle due capitali culturali del periodo, Milano e Roma, in cui Fusco approdò durante la carriera.
Note
Il regista Salvatore Allocca rende omaggio a Fusco attraverso le testimonianze di chi ha avuto la ventura e l’avventura di lavorarci. Dalla Aspesi a Bisiach, da Clerici a Tinto Brass. Per questo docufilm sceglie anche di ricostruire in b/n alcune delle sue intemerate, con un certo sfarzo, forse persino superfluo. Di Fusco restano le cronache di rosa e di nera. E alcuni romanzi, tra cui Gli indesiderabili, diventato nel 2003 un film di Pasquale Scimeca.
Personaggio dimenticato, ai più giovani sconosciuto, a me, che non son più così giovane, altrettanto misterioso, Gian Carlo Fusco risplende e affascina in questo ritratto di Salvatore Allocca. Costruito con una parte di "fiction" e una di interviste a personaggi noti e meno noti del panorama culturale italiano, (Natalia Aspesi, Tinto Brass, Gianni Bisiach, Tullio Kezich,… leggi tutto
Personaggio dimenticato, ai più giovani sconosciuto, a me, che non son più così giovane, altrettanto misterioso, Gian Carlo Fusco risplende e affascina in questo ritratto di Salvatore Allocca. Costruito con una parte di "fiction" e una di interviste a personaggi noti e meno noti del panorama culturale italiano, (Natalia Aspesi, Tinto Brass, Gianni Bisiach, Tullio Kezich,…
Fu giornalista, scrittore, antifascista, anticonformista, viveur. «Tra poco sarò anche morteur» disse di se stesso Gian Carlo Fusco, scomparso nel 1984. Uno che la vita la trattava con ironia. E la prendeva a cazzotti, come quando da ragazzo combatteva sul ring. «Soprattutto prendeva un sacco di botte» si sente dire in questo documentario affettuoso e necessario. Ai tempi poteva capitare…
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