Regia di Jesse Holland, Andy Mitton vedi scheda film
Anni '40, la popolazione di una piccola città nel New Hampshire sparisce lungo un sentiero di montagna. Alcuni verranno ritrovati massacrati, altri lasciati indietro a morire. C'è un solo sopravvissuto farneticante. La storia diventa leggenda e nel 2008 alcuni ricercatori si recano sul posto per scoprire cosa successe davvero e scriverci un libro.
Esordio dei due registi Jesse Holland e Andy Mitton, entrambi al primo lungometraggio. Budget ridotto, che sa decisamente più' di opera indipendente che di cinema serie B. Etichettato come horror, sebbene ne abbia alcune caratteristiche, come spesso succede è in realtà difficilmente inseribile in un genere preciso e unico. "Yellowbrickroad" non è di quegli horror da salto sulla sedia e gore o splatter, si gioca tutto sul salire della tensione e sulla costruzione del giallo e del senso d'inquietudine. Ottima idea a mio avviso, ma il risultato non è del tutto riuscito, e il film lascia un pò di amaro in bocca.. L'inizio fa pensare all'ennesimo mockumentary o found footage ma la storia prende subito un'altra piega.
Spesso nelle recensioni viene citato "Picnic a Hanging Rock" di Peter Weir, gioiello del 1975, indubbiamente non per la qualità e per la trama (nonostante uno spunto di partenza simile) ma per l'atmosfera e l'ambientazione. In effetti, pur essendoci grande distanza tra questi film, a ricordare il film di Weir sono l'atmosfera di mistero e di inquietudine combinata con il paesaggio boschivo, lontano dalla civiltà, dalla gente, solitario, perfetto per il senso di smarrimento che ci accompagna per quasi tutto il tempo, bellezza naturale che diventa opprimente con l'avanzare della storia, man mano che i protagonisti si ritrovano senza mezzi per ritrovare la strada, sia che vogliano procedere sia che vogliano tornare indietro. Nel frattempo si verificano fatti malsani, dettati da una sorta di lucida follia, che porta ognuno a seguire un percorso differente verso il proprio destino.
Personalmente oltre al riferimento al suddetto film mi è tornata in mente la tragica vicenda del cosiddetto incidente del passo di Djatlov, quando sugli Urali negli anni '50 un gruppo di escursionisti sparì misteriosamente e furono ritrovati i corpi alcuni giorni dopo, alcuni dei quali poco vestiti nonostante il freddo glaciale ed altri con mutilazioni e segni di violenza. Avvenimento tutt'oggi avvolto nel mistero e mai chiarito, oggetto di leggende e spiegazioni di tutti i tipi. Sebbene "Yellowbrickroad" non abbia niente a che fare con questo fatto, la storia mi ha dato l'impressione di gettare uno sguardo (in questo caso di tipo soprannaturale ma non ben definito) dall'interno della vicenda, o almeno di una vicenda per certi versi simile.
Il filo conduttore mi sembra essere la musica, non la colonna sonora ma una vera e propria musica che i protagonisti iniziano a sentire ben presto che accompagna fino alla fine, anche se si trovano perduti nel mezzo di un bosco. L'origine della musica sembra inspiegabile, sottolinenado i momenti in cui l'intreccio tra questa, la citata atmosfera ed il paesaggio rendono la storia grottesca e la visione angosciosa, almeno negli intenti degli autori, impresa a mio avviso solo parzialmente riuscita.
Infatti il film si presta a svariate interpretazioni, ognuno può vederci una propria spiegazione, ma proprio questo è uno dei difetti: una mancata spiegazione precisa degli eventi accade spesso nel genere horror, ma se l'idea è ben strutturata e la storia ben raccontata la cosa può avere un suo perchè, fornendoci almeno i tasselli per tentare di risolvere il puzzle, mentre in questo caso si ha un senso di smarrimento che rimane anche al termine del film, con molte questioni in sospeso ed un finale che dà una sensazione di inconclusione.
Sicuramente da vedere ma senza pretese, sconsigliato però a chi preferisce avere una spiegazione sensata o coerente (o comunque una spiegazione) dei fatti raccontati, per quanto soprannaturali.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta