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YellowBrickRoad

Regia di Jesse Holland, Andy Mitton vedi scheda film

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La recensione su YellowBrickRoad

di bradipo68
6 stelle

Teddy Barnes, uno scrittore , è letteralmente ossessionato dal mistero riguardante i 572 abitanti di un piccolo paese del New Hampshire, Friar, che un bel giorno del 1940 decisero di farsi una passeggiata nei boschi attorno al paese e sparirono lasciando i loro averi, i vestiti e persino i loro cani. Alcuni furono trovati morti con segni di violenza, altri congelati ma circa la metà di loro non venne mai ritrovata.Teddy ottiene dei documenti mai visti riguardo al mistero e all'itinerario seguito dagli abitanti di Friar, addirittura una registrazione audio di quello che fu l'unico superstite, ma con estremo disappunto suo e del gruppo di ricerca che ha creato sembra che tutto parta dal cinema di Friar in cui c'è la ragazza dei popcorn, Liv, che asserisce di conoscere l'itinerario seguito dalle persone scomparse nel nulla, di sapere molte altre cose interessanti e convince Teddy a partire per la foresta con loro. Comincia la spedizione e iniziano a succedere stranezze : una musica persistente e ipnotizzante si sente tra gli alberi e gli strumenti per orientarsi sembrano impazziti.
Sembrano impazzire anche i vari membri della spedizione....
Appena ho letto la sinossi di YellowBrickRoad mi ci sono fiondato sopra: un mistero che riecheggia di Picnic ad Hanging Rock è già una molla sufficiente per far scattare il recupero.
Cominciando a vedere il film in realtà si percepisce più un'aria alla The Blair witch project e si pensa di essere stati catapultati nell'ultimo, ennesimo, mockumentary.
E invece no: i brani con telecamera a mano sono estremamente limitati e funzionali al racconto: fortunatamente i due registi esordienti nel lungometraggio Jesse Holland ed Andy Milton,che il film se lo sono anche scritto, scelgono una regia più "classica" in cui assume particolare importanza il comparto sonoro.
Infatti per i primi 40 minuti sembra non succedere nulla: è solo un accumulo continuo di suggestioni con in più il mistero dato da questa musica che si sente tra gli alberi , un qualcosa di ipnotico ed inspiegabile che ha sulla spedizione un po' lo stesso effetto che aveva il canto delle sirene per Ulisse.
E proprio quando la noia comincia ad affiorare perchè non bastano più i piccoli particolari inquietanti che i registi cospargono abilmente giusto per mantenere desta l'attenzione, c'è un'impennata di gore inaspettata che risveglia decisamente dal torpore che sta illanguidendo gli occhi .
Uno scontro tra due membri della spedizione  evolve in una rissa e in un omicidio brutale con uno dei due che addirittura strappa la gamba al collega . Tutto a favore di camera.
Ecco, uno pensa che cominci la mattanza e invece ancora si resta sorpresi perchè invece di dare in pasto al pubblico famelico sangue e smembramenti vari , Holland e Milton ( forse consigliati anche da un budget molto basso , 500 mila dollari) riducono al minimo indispensabile sangue e frattaglie in favore della descrizione delle varie forme di pazzia che affliggono i componenti della spedizione, chi più chi meno.
Il tutto immerso in una natura selvaggia che fa molto Un tranquillo weekend di paura ma con interventi che sembrano soprannaturali perchè i vari componenti della spedizione fanno cose non spiegabili altrimenti.
Direi che questa è la parte più efficace del film dopo un inizio parecchio promettente ma che forse è stato tirato un po' per le lunghe.


Poi la parte finale, dove crollano miseramente per mancanza di idee molti film horror.
E qui mi tocca spoilerare.
SPOILER SPOILER SPOILER SPOILER : Holland e Milton commettono a mio parere un errore capitale: fanno venir fuori tutta la loro passione da nerd appassionato di horror  per  un paio di leggendari film del passato che vengono citati in modo talmente palese da essere quasi ingenuo: ci si ritrova nel cinema di partenza ma assolutamente vuoto e calato in una dimensione irreale e qui già partiamo con Carpenter e Il seme della follia, colui che arriva al cinema è accolto da una specie di usciere che è vestito un po'come il cameriere che accompagnava la follia di Jack Torrance in Shining.
Citazioni di due capisaldi del genere che appaiono più come uno scimmiottamento che come un omaggio deferente.
La cosa positiva è che alla fine non viene data alcuna spiegazione degli avvenimenti.
Meglio così, rimanere con l'alone di mistero piuttosto che avventurarsi in spiegoni risibili.
FINE DELLO SPOILER FINE DELLO SPOILER FINE DELLO SPOILER.
Si resta abbastanza interdetti dalla visione di YellowBrickRoad, il sentiero di mattoni gialli che ricorda un po' Il Mago di Oz: promettente l'inizio, anche se tirato un po' per le lunghe ma è innegabile che viene creata l'atmosfera giusta con una regia accorta e suggestiva, una bella parte centrale più ordinaria forse, ma dal sicuro impatto visivo ed emotivo e un finale che crolla impietosamente sotto i colpi dell'eccessiva ambizione.
Intendiamoci meglio questo finale che il solito spiegone inconcludente.
Anzi sarebbe stato perfetto.
Se non fossero esistiti Il seme della follia e Shining.
(bradipofilms.blogspot.it)

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