Regia di Jacques Demy vedi scheda film
Una "normale" storia di rovesciamento dei ruoli. Se l'emancipazione femminile è un evento sacrosanto, ed il principio delle pari opportunità non si discute, cosa mai potrà esserci di ridicolo o di scandaloso in un uomo in dolce attesa? Ed è solo con questo sviluppo estremo che l'interscambiabilità dei generi esce dal campo sociologico e va contro natura? Il film di Jacques Demy sembra volerci imporre una seria riflessione sui "giusti" limiti di una rivoluzione che, da un semplice trend di costume (la donna con giacca e cravatta) si è estesa all'ambito professionale (la donna capitano dei gendarmi), alla sfera sessuale (la prostituta che opera alla luce del sole), fino a sovvertire, con l'assetto riproduttivo, i capisaldi stessi della vita animale. Lo stravolgimento prodotto dai polli gonfiati con gli ormoni prefigura da lontano gli odierni scenari della manipolazione genetica, anticipando l'attuale controversia su cosa sia legittimamente modificabile, all'interno del Creato e nel destino personale di ognuno. La polemica, tuttavia, appare immune da connotazioni religiose o morali, e si pone essenzialmente in termini pratici: la cosiddetta bioetica, costretta oggi a far da moderatrice nello storico conflitto tra scienza e fede, ritrova invece in questo film, calato in una cornice di moderna quotidianità, la sua naturale dimensione: non un astratto campo di diatribe politiche o filosofiche, bensì un comune patrimonio di criteri pratici, preposti a sancire i termini di accettabilità nella convivenza civile e familiare.
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