Regia di Philippe Mora vedi scheda film
RUDGER HAUER
"Maledizione! C'è, per ogni cosa, una stagione. E c'è un tempo per ogni aspirazione: il tempo per uccidere, il tempo per nascere. Il tempo per cadere, quello per risollevarsi... il tempo di amare, il tempo di odiare. Il tempo per la guerra, il tempo per la pace...."
A poco tempo dalla scomparsa del celebre attore olandese - notissimo ad ogni fascia di pubblico per almeno una buona manciata di film di culto o di grandi registi, a cui egli ha avuto occasione di partecipare come interprete (Blade Runner su tutti, ma pure The Hitcher, Ladyhawke, Spetters, I falchi della notte, L'amore e il sangue, Osterman Weekend, La leggenda del Santo bevitore hanno significato parecchio nella sua carriera d'attore internazionale) - mi piaceva ricordarlo con un film inconsueto, dimenticato o poco noto, trattato con sin eccessiva indifferenza all'epoca della sua uscita sul grande schermo, ma almeno da tener da conto per il composito cast di tutto rilievo, quale è quello che caratterizza e dà vita ai personaggi coinvolti in questa ecologica ed almeno a tratti incalzante storia thriller.
La frase, pronunciata dal personaggio che interpreta Hauer nel rivolgersi al suo enorme amico coinquilino serpente, mentre questi è in preda ad un appetito incontenibile ai danni di un povero pennuto, appare avvalorata da un afflato pacato ma ispirato, simile a quello ormai leggendario pronunciato dall'attore olandese solo pochi anni prima nei panni del replicante Roy Batty, nel suo straziante, indimenticato addio alle scene sotto la pioggia battente del film cult Blade Runner.
Michael Walker (Powers Boothe) è un celebre scalatore che, per riuscire a trovare i fondi per finanziare la sua prossima ambiziosa impresa, si lascia "comprare" da un ricco collezionista di uova di uccelli (Donald Pleasence), affinché questi gli recuperi gli ultimi esemplari della nidificazione dell'aquila calva, specie a serio rischio estinzione, i cui ultimi esemplari sopravvivono tra le vette rocciose di un parco naturale del Nord America, di proprietà di un ex reduce del Vietnam, ora solitario paladino delle specie animali a rischio: il tenebroso e di poche parole Jim Malden (il nostro Rudger Hauer).
Giunto in loco, lo scalatore, anche abile ed affascinante donnaiolo, non mancherà di irretire la bella ragazza madre (la interpreta la splendida Kathleen Turner, ormai ad un passo dal trasformarsi in diva) titolare dell'ultimo negozio e nolo imbarcazioni prima che la civiltà lasci il posto ad una natura rigogliosa ed incontaminata, cercherà di mettersi in contatto con il padrone di casa, spacciandosi come semplice fotografo.
Presto verrà colto da forti dubbi morali su come procedere, incalzato senza sosta dal viscido collezionista, intenzionato a far si che la specie al centro dei suoi interessi venga ad esaurirsi, in modo da rendere inestimabile la sua già preziosa collezione.
Dopo diverse vicissitudini e contrasti (a dare filo da torcere all'onesto ed introverso Hauer, anche una band di violenti cacciatori teppisti guidati da Brion James, attore pure lui curiosamente coinvolto in Blade Runner, noto per l'interpretazione del gigantesco replicante Leon Kowalski), il rispetto verso Madre Natura e la saggezza sapranno trionfare sulla viscida bramosia da collezione e le bieche ragioni prettamente pecuniarie.
Per la regia piuttosto ordinaria e non particolarmente ispirata del regista action australiano Philippe Mora, Il nido dell'aquila si rivela un filmetto leggero, ma tutt'altro che ignobile, forte del robusto cast già citato, e di una location altamente suggestiva che ne rende assai godibile la visione.
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