Regia di Siu-Tung Ching vedi scheda film
Antica Cina, epoca imprecisata. L’imperatore del regno di Yan, prima di morire in battaglia, nomina suo erede il valente generale Muyong; quest’ultimo preferisce poi cedere la reggenza alla figlia dell’imperatore, la principessa Yen. Il di lei cugino, lo spietato Wu Ba, tenterà in ogni modo di soppiantarla per impadronirsi del potere.
Il film di Ching si accoda ad una serie di pellicole asiatiche non particolarmente originali ma dotate, comunque, di una discreta spettacolarità che non le fa mai sfigurare od essere particolarmente indigeste. La storia di potere e sangue, infatti, si dipana su strutture narrative trite e prive di particolari elementi di interesse, sia nella fase romantica (l’eroina combattuta tra la scelta di due “pretendenti”) che in quella battagliera (seppur, quest’ultima, molto più coinvolgente). Le fasi guerresche, purtroppo molto brevi, sono infatti ottimamente coreografate, con una cura dei dettagli notevole (le splendide armature e l’ottima fotografia ) e buoni spunti “action” individuali degli interpreti principali maschili (Donnie Yen, Leon Lai e l’antagonista Guo Xiaodong), oltre che visivamente accattivanti grazie ad una sufficiente coralità della messa in scena degli affollati campi di battaglia (soprattutto nella fase iniziale). Ove si scade eccessivamente è nella slegatura e banalità dei dialoghi, f(r)asi che sembrano letteralmente buttate lì in fretta e furia per unire le varie parti del racconto, oltre che in alcune fasi pastorali particolarmente leziose e inconcludenti. Il film, comunque, seppur incompiuto, riesce a far trascorrere un paio d’ore di visione in maniera sufficientemente scorrevole e, al netto dei suoi palesi difetti, a garantire un decoroso divertimento.
Lineare.
Sufficiente.
Indomito
Spietato.
Leggiadra.
Saggio.
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