Regia di Lorenzo Garzella, Filippo Macelloni vedi scheda film
La storia di per sè è architettata bene e con gusto: si parte da una base verosimile e le si costruiscono attorno ipotetici sviluppi più o meno credibili, conditi da qualche dettaglio - anche anonimo, tanto meglio - che aiuta a rendere l'intera trama inappuntabile. Purtroppo però è verso la metà del documentario che Macelloni e Garzella, anche sceneggiatori (prendendo spunto dal racconto Il figlio di Butch Cassidy, di Osvaldo Soriano), lasciano derapare inesorabilmente la narrazione, abbandonando la realtà con discutibili scelte platealmente grossolane ed errate in maniera vistosa: fra queste, le interviste ai reduci del 1942 che non mostrano affatto i novant'anni (minimo) che dovrebbero avere, la figura smaccatamente eccentrica del conte Vladimir Otz e l'insulsa storia d'amore fra la giovane fotografa, il suo capo e i due diretti protagonisti della finale del torneo. A parte questa caduta di stile non indifferente, Il mundial dimenticato è un lavoro di immensa perizia, un mockumentary all'italiana (quindi già di per sè qualcosa di inedito) e una bella prova di collaborazione coproduttiva fra Italia e Argentina, Paese nel quale è quasi interamente girato. Stanno al gioco anche alcuni grandi del pallone come Roberto Baggio, Gary Lineker e l'ex presidente della Fifa Joao Havelange, intervistati sulla spinosa questione del mundial 1942; senza quella piccola serie di grandi strappi logici, il film sarebbe un vero gioiellino: rimane lo stesso un'opera intrigante e piacevole. 6/10.
Non molti lo sanno, ma nel 1942 in Argentina si tenne un Mondiale di calcio non autorizzato dalla Fifa. Alcune pellicole ritrovate fortunosamente dopo quasi settant'anni aiutano a capire chi lo ha vinto.
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