Regia di Henry Hathaway vedi scheda film
Trasmesso e ancora visibile su Raiplay, questo film fu firmato nel 1953 da Henry Hathaway e interpretato da una sensualissima Marilyn Monroe, nei panni di Rose Loomis, moglie fedifraga di George (Joseph Cotten), soldato americano allontanato per disturbi psichiatrici dalla Corea, dove stava prestando il servizio militare.
Particolarmente adatte per brevi soggiorni avventurosi, ma senza grandi rischi, le cascate del Niagara offrono ai turisti un po’ di brivido e l’illusione della vacanza naturalistica, ciò che è particolarmente gradito agli sposi in luna di miele, anche se “ritardata”, com’era stato per Polly e Ray Cutler (rispettivamente Jean Peters e Max Showalter), che avevano rinviato il loro viaggio di nozze, trattenuti in Svizzera dagli impegni di lavoro di lui, pubblicitario molto apprezzato per una ditta di pop corn.
Ora i due sono in Canada (come Rose e George), per godere finalmente, nel piccolo villaggio ben organizzato di Niagara Falls, la sospirata vacanza.
Saranno coinvolti, senza volerlo, in una storia drammatica, poiché le cascate diventano lo scenario del piano diabolico di Rose e del suo amante, per liberarsi di George senza lasciare tracce: ovvero per un delitto perfetto, cui dovrebbe seguire il radioso futuro di un uomo e di una donna innamorati.
Non è così: la bellezza di Rose sensuale e perversa è quella della donna capricciosa e sensuale, che non ama nessuno se non il lusso che l’amante di turno è in grado di offrirle: abiti, gioielli, profumi, viaggi…
L’appuntamento degli amanti - al segnale e all’ora convenuti - che avrebbe dato il via al delitto studiato nei minimi dettagli non si sarebbe realizzato, infatti: la gelosia di George e una serie di coincidenze fortuite avrebbero scambiato i ruoli della vittima designata e dell’assassino.
Quando, dopo il ritrovamento del cadavere, Rose – all’obitorio per riconoscere l’ucciso – lo comprenderà, non avrà scampo e non riuscirà a evitare il consumarsi della vendetta.
Il film è costruito come un melodrammatico noir abbastanza convenzionale in cui sarebbe stata coinvolta l’innocente Polly, per puro caso, secondo lo schema narrativo alquanto banale della contrapposizione fra bene e male, inverato da due donne: la “femme fatale” e la "mogliettina fedele".
Un’altra contrapposizione, meno evidente, è presente nel film: quella della natura torbida e ingannevole delle cascate che, pur esercitando il fascino attrattivo delle cose “meravigliose”, devono vedersi da lontano, essendo quanto mai pericolosa la loro vicinanza.
Come è stato notato, questo aspetto crea un parallelismo fra il luogo, studiato per favorire la felicità delle coppie da poco sposate, e la realtà rovinosa dell’animo di Rose, neppure troppo celata…
Ogni noir, lo sappiamo, deve naturalmente concludersi, in un crescendo di tensione, con una punizione – Rose non avrà scampo – e un giusto ricomporsi dell’ordine “naturale” – l’innocenza di Polly sarà premiata. Nel rispetto delle banali convenzioni del racconto di genere, che non sempre, però, dice la verità.
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