Regia di Henry King vedi scheda film
Inverecondo e popolaresco florilegio di Hemingway, manifestamente posticcio e senza fiammate vere e proprie. A parte il blasfemo pot-pourri d'esperienze di vita ascrivibili allo scrittore cosmopolita (e traslate nei suoi racconti), il film spreca, non consolidandole, le riflessioni esistenzialiste, così come la consustanziale artificiosità degli interni disperde quanto di esotico e di avventuroso la storia poteva regalare. Insomma, si situa maldestramente a metà strada tra il pastiche e il feuilleton da poco prezzo, senza trasmetterci però né il profumo della savana, né brividi di sorta (un paio di frames dedicati ad un rinoceronte abbattuto e la prolungata incombenza di una jena non bastano), né tantomeno passione per le tormentate relazioni con donne diverse (tre attrici protagoniste non possono otturare tutte le altre falle). Assenza di organicità nella moltitudine di flashback proposti. L'happy end poi sa di tappo.
Star del cinema tedesco di grande personalità e proprio a causa di essa ha mancato l'occasione hollywoodiana. Un episodio per descriverla: ad inizio anni '50 si mostrò nuda in una pellicola. Naturalmente fu subito scandalo. Come rispose lei? "Non comprendo una simile reazione, cinque anni dopo Auschwitz!".
Grande attrice, parte piccola.
Recita animosamente come suo solito. Tanto vigore per nulla però.
Particolarmente ispirato e nel ruolo del moribondo rende bene.
Vecchio pioniere del cinema a stelle e strisce cimentatosi più volte con il genere avventuroso. Sfortunatamente, però, questa è una prova negativa.
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