Regia di Shinya Tsukamoto vedi scheda film
Uno dei migliori film degli ultimi anni. La pellicola è un viaggio angoscioso nella mente, nello spirito e nel corpo della protagonista, l'esplorazione di una personalità complessa e dissociata dalla realtà. Kotoko è un lamento esistenziale, malessere di vivere, prigione eterna. La paura di perdere un figlio viene palesata perfettamente dall'interpretazione superlativa di Cocco ; il timore di perdere una parte di se stessi, fa si che si inneschi un meccanismo di diffidenza, così da "vedere" la parte malvagia e negativa (il doppio dell'essere umano) di tutte le persone che stanno attorno alla protagonista. La libertà personale si annulla, la possibilità del fallimento, la costante preoccupazione di un'esistenza in bilico, inibiscono completamente Cocco, e la sola cosa che la fa sentire realmente viva è il dolore.
I simbolismi, presenti anche in altri film del regista, non mancano. Un pò Antichrist e un pò Eraserhead. Impossibile non lasciarsi trasportare da questa drammatica ed emozionante esperienza.
Cos'è reale e cosa non lo è?
"Tsukamoto is back!"
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