Regia di Damiano Damiani vedi scheda film
Damiano Damiani prova ad andare oltre La piovra sostituendo la Sicilia con la malinconica Genova, dando in mano a Tanhnee Welch una pistola (che fa tanto giustiziera alla Abel Ferrara che incontra Nikita di Luc Besson) e usando, come commissario in un ruolo alla Placido, proprio l'ex-mafioso Remo Girone.
Damiano Damiani prova ad andare oltre "LA PIOVRA" sostituendo l'assolata Sicilia con la malinconica Genova, dando in mano a Tahnee Welch (figlia di Raquel, che si è fatta conoscere in Italia, con Carlo Vanzina - il fotoromanzo "AMARSI UN PO'", del 1984 -, e, in America, con i due "COCOON" di Ron Howard, per poi fare film e fiction italiani insignificanti e sparire dal panaroma dello star system, perché i figli non sono mai come i genitori) una pistola (che fa tanto giustiziera alla "ANGELO DELLA VENDETTA" di Abel Ferrara che incontra "NIKITA" di Luc Besson) e scegliendo, come commissario in un ruolo alla Michele Placido, proprio l'ex-mafioso Remo Girone (che come uomo di legge con un distintivo, stufo che i mafiosi la facciano franca, quando si gioca pulito, mi sembra un pesce fuor d'acqua). Il risultato è un film che funziona a corrente alternata, con poca azione, qualche volto che in tv troverà fama negli anni a venire (vedi Sergio Fiorentini - noto doppiatore e vecchia conoscenza dei poliziotteschi italiani degli anni'70, che qui era a cinque prima dal suo boom come brigadiere Cacciapuoti de "IL MARESCIALLO ROCCA", con Gigi Proiuetti -, il comico Maurizio Crozza - coi capelli neri anche se pare un giovane Lino Banfi senza la pancia - e Cesare Bocci - nei panni di un giovane agente di polizia pre-Montalbano -, per dirne tre) e una Eva Grimaldi - qui nel ruolo di prostituta - poco sfruttata.
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