Regia di Damiano Damiani vedi scheda film
Film prodotto per la televisione dalla durata consona - due ore e quaranta di pellicola - e che nasce essenzialmente da una doppia ispirazione: quella della Piovra (altra fiction tv, diretta qualche anno primo dallo stesso regista e con Girone fra i protagonisti) e quella di Nikita, uscito l'anno precedente e reduce da un bel successo al botteghino. Lo stile di Damiani è qui abbastanza piatto e impersonale, poichè sa di doversi rivolgere ad un pubblico vasto, eterogeneo e distratto; i dialoghi sono facilotti e didascalici, le situazioni non brillano per originalità; in tutto questo si percepisce solo una traccia di mestiere, soffocata dalla fisiologica necessità di intrattenere e regalare una morale accomodante e giustizialista. Poche novità anche nella scelta di prendere come protagonisti due 'buoni' sostanzialmente cattivissimi e nella ricerca di temi ormai abusati dal cinema italiano come la vendetta personale, lo sbirro fuori dagli schemi, la bella assassina e così via. Sceneggiatura di Damiani, Dardano Sacchetti (non a caso, un esperto di polizieschi e poliziotteschi) e Carla Giulia Casalini; la Welch è senza infamia e senza lode, Girone è certo meglio ma la sua recitazione perennemente impostata lo fa parlare come un automa e scredita abbastanza il personaggio. Parte minore per Eva Grimaldi; musiche di Riz Ortolani. 2,5/10.
Una donna a cui è stata sterminata, da bambina, la famiglia, compie materialmente la sua vendetta contro una serie di boss e scagnozzi malavitosi. Al suo fianco c'è un commissario di polizia deluso dall'operato delle forze dell'ordine, che protegge la strage messa in atto dalla donna.
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