Regia di Gianni Amelio vedi scheda film
Una bella emozione, si non è una esagerazione, vedendo questi appunti di Amelio vissuti a stretto contatto con il regista che stava girando un film mitico fin dalla lavorazione e che fortunatamente, forse uno dei rari casi, è rimasto mitico anche nella sua realizzazione. Io dico soltanto che ho vissuto passaggi diversi di emozione nel tempo per questo film: alla prima visione lo amato spassionatamente, dopo qualche anno la seconda parte l’ho amata di meno perché legato ad un concetto politico sorpassato e quindi messo a confronto con i tempi del momento, rivedendolo ancora mi è tornato l’amore del primo momento, ma con più testa e completezza. Certo il tempo che passa e la crescita di una persona rende mobile il tutto ed un film come questo rende possibile e registra qualsiasi variazione mentale. Ci sono scene di preparazione e prove che mi mettono i brividi, questo back stage quindi, almeno per me, non è stato solo una curiosità di una persona che ama il cinema anche dal di dentro, almeno non solo questo, ma solo una voglia di esserci anche durante le riprese e partecipare anche alle rabbie ed alle confusioni ed ai tempi morti che tutta una lavorazione come questa può comportare. Il rendersi conto attraverso queste scene delle difficoltà di un cast plurinazionale, insomma mischiare alla grande attori americani con francesi ed italiani, e tutti recitanti in inglese, in cui si portano tutte le particolarità delle loro provenienze, fa un discreto effetto ed un pensiero fisso di come sarà stata la versione originale, che come sappiamo ebbe un esito disgraziato, dato che gli americani, che portarono i denari, ne trassero una pessima riduzione che portò il film al disastro commerciale e qualche tempo dopo nella versione completa la cosa, ormai troppo compromessa da articoli di critica prevenuta e precostituita, non ebbe un esito diverso. In Italia fortunatamente il film, fisiologicamente diviso in due parti, ebbe un esito migliore e ne abbiamo potuto vedere la versione pensata dal regista. Ci sono scene in piazza con tanto di banda e bandiere rosse che fanno venire i brividi, sia nella prova di girato, con un Bertolucci che si fa trascinare da una persona per fare il percorso giusto e con Depardieu e la Sandrelli che in controcampo girano durante il funerale, che nelle riprese ufficiali. Amelio da uomo di cinema, e quindi curioso di certi momenti che sa che possono essere quelli che riescono a trascinarci nella vertigine una storia, anche dal di fuori del set, riesce a prenderli facendosi strada come uomo che guarda e cerca di rubare un atmosfera che si sta costruendo. Mi sono poi piaciute le interviste, o piuttosto i colloqui o la registrazione dei pensieri di Bernardo, oso chiamarlo per nome perché è stato troppo l’amore che ho avuto in quegli anni per questo regista, che ho sentito vicino in maniera quasi inspiegabile. Questo amore è nato con la prima visione di Partner, in una sala dove non c’era quasi nessuno e di cui ne rimasi affascinato, pur adattandomi ad un tipo di cinema dove tuto veniva destrutturato, qui era il caso di un racconto di Dostojeski. Infatti io non avevo visto i film precedenti, fra cui Prima della Rivoluzione, che ho potuto vedere diversi anni dopo, continuai con la Strategia del Ragno e completai con Il Conformista, una rilettura che invece cancellò e ricostruì il libro di Moravia, venuto da un insuccesso letterario ingiusto, mentre il film fu quello che portò il regista alla visibilità del grande pubblico. Poi naturalmente ci fu la visione straordinaria di Ultimo Tango a Parigi, anche questo rivisto più di una volta ed ogni volta hoc accresciuto, in maniera indeterminabile, la mia voglia di cinema da amare, per poi arrivare a Novecento che spiega le mie emozioni così vive e che oggi sono totalmente rinnovate da farmi quasi commuovere, e credetemi non è un’esagerazione. E’ stato uno sfogo che ho fatto con me stesso e sono consapevole che i più che magari hanno la pazienza di leggere non comprenderanno.
una panoramica non casuale sulla lavorazione di Novecento
un'idea genuina e peina di cinema
un grande affabulatore nessuno lo può negare
lo vediamo in aiuto al fratello
non la sentiamo parlare, ma la vediamo
qualche pezzo recitato e ripetuto o scene al trucco
sentirlo in inglese mi ha colpito
uno dei volti grandi della Hollywood non divistica
un divino che si impegna in maniera effervescente, una persona ed un attore più che intelligente, oltre che bravo
una donna bellisma e un'attrice di una sensibilità estrema, peccato che la sua carriera, cambiando fisictà si sia deviata, pur rimanendeno brava
recita in inglese e con Bertolucci sa fare le cose che le venivano chieste
il grande direttore di fotografia in azione
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