Regia di Gregor Jordan vedi scheda film
Thriller che mette in scena paure e situazioni molto attuali (terrorismo, attentati ed interrogatori molto duri) seguendo un percorso abbastanza lineare, ma che ha anche il coraggio di osare fino in fondo senza cercare soluzioni conciliatorie.
Steven Arthur Younger (Michael Sheen) ha piazzato tre bombe atomiche in altrettante città americane e si lascia catturare dalla polizia, mentre una squadra speciale viene preparata per risolvere il problema.
Il duro interrogatorio sarà condotto da Henry (Samuel L. Jackson), un uomo misterioso pronto veramente a tutto per raggiungere il suo obiettivo e dall’agente federale Helen Brody (Carrie Anne Moss) che invece crede nella validità dei mezzi di persuasione consentiti dalla legge.
Sarà una corsa contro il tempo per conoscere l’esatta ubicazione degli ordigni e col trascorrere delle ore le azioni persuasive di Henry diventeranno sempre più violente e difficili da accettare nonostante la posta in palio sia la vita di milioni di civili americani.
Thriller che riesce a mantenere un buon grado di tensione dall’inizio alla fine, regalando in più alcuni momenti davvero tosti, ponendo anche alcune riflessioni non banali su quanto possano spingersi “oltre” gli interrogatori quando in ballo ci sono tantissime vite umane.
Aiutano la causa le prove attoriali dei due protagonisti, Samuel L. Jackson in alcuni momenti fa letteralmente tremare i polsi, mentre Michael Sheen, pur essendo sempre legato ad una sedia (o appeso in aria), riesce bene nel creare una sensazione di doloroso dubbio.
La sceneggiatura invece è abbastanza efficace anche se ogni tanto alcune situazioni paiono un po’ troppo spericolate per poter essere completamente assimilate (vedi per esempio i vari personaggi che compaiono sullo sfondo per dare ordini).
Poco male, nel senso che comunque la vicenda attecchisce nelle paure più universali della società moderna, ed il finale, per niente spensierato, ci sta molto bene regalando sensazioni che non ci si aspetterebbe e che si trascinano anche nel post visione.
Certo può rimanere qualche dubbio sull’onestà intellettuale dell’operazione, ma come prodotto offre un discreto/buon grado di coinvolgimento, nonostante l’ambientazione sia per la maggior parte costituita dallo stanzino degli interrogatori.
Complessivamente direi dunque che è un film teso, che si prende i suoi rischi nel bene e nel male e questo mi pare un merito importante che si aggiunge agli altri.
Attuale.
Regia che riesce a mantenere una discreta tensione per tutta la durata del film. Ecco probabilmente qualche scena chiave poteva essere maggiormente enfatizzata e la rincorsa all'informazione cruciale è un pò ripetitiva, ma poi c'è sempre una buona dose di coraggio e la scelta finale aiuta parecchio.
Quando gli girano fa davvero impressione come impressiona vedere il contraltare della sua pacatezza all'interno della famiglia. Personaggio tosto, lui l'attore ideale per interpretarlo.
Soddisfacente, paga dazio nel confronto con i due protagonisti, ma fa il suo con impegno ed abnegazione.
Ruolo ostico da interpretare per tanti motivi, sia per la sua natura, sia per il fatto che viene torturato dall'inizio alla fine. Tosto anche lui.
Sufficiente.
In un ruolo secondario, meglio che in altre circostanze.
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