Regia di Robert Aldrich vedi scheda film
Domanda: perché gli indiani sono così cattivi? Risposta: per i soldati in uniforme blu lo sono per costituzione genetica ed etnica, per natura, perché sono dei selvaggi. Non sono minimamente sfiorati dal dubbio, che invece sembra instillare Aldrich, che gli Apache non avevano altra scelta, dopo che i bianchi li avevano cacciati dalle loro terre e confinati nelle riserve, ormai prive di bisonti, sterminati per fare posto alla strada ferrata. Figurativamente Aldrich si ispira, per quello che resterà il suo ultimo western "serio" (nel 1979 girerà "Scusi, dov'è il West?" con Gene Wilder e Harrison Ford), più ai classici di John Ford che non ai nuovi autori come Peckimpah o Penn, per non parlare di Sergio Leone. Rispetto alla classicità di Ford, però, manca Dio: c'è il male rappresentato da Ulzana, ma il bene dov'è? Forse l'unico personaggio veramente positivo è il bambino che sfila l'anello dall'anulare della madre morta per evitare che gli Apache le taglino il dito, ma non può essere certo identificato con la divinità. Il massacro finale dimostra che la redenzione, tra quelle montagne pietrose, è soltanto un miraggio, e il tenentino che dovrebbe avere assorbito la lezione del suo personalissimo romanzo di formazione, non ha in realtà partecipato alla battaglia finale contro Ulzana. Almeno, avrà però imparato il rispetto verso Ke-Ni-Tay, lo scout indiano che lavora alle dipendenze dell'esercito americano e gli è leale fino alla fine. Il giovanotto, comunque, uscirà da questa avventura iniziatica con qualche certezza in meno rispetto all'inizio, e forse si domanderà se valeva davvero la pena sacrificare tante vite umane per la conquista di un territorio che le alte sfere di Washington considerano meno appetibile dell'inferno.
Pessimo il doppiaggio italiano, uno dei peggiori mai sentiti.
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