Regia di Lucio Fulci vedi scheda film
I giovani italiani vogliono inserirsi nella società contemporanea: il lavoro è lo strumento che permette loro di farlo.
Cortometraggio 'ministeriale', cioè incentivato dal governo, su una questione che toccava da vicino milioni di italiani all'epoca: l'inserimento lavorativo delle giovani generazioni, quelle per intenderci che avevano appena sfiorato la seconda guerra mondiale o che ne erano scampate per poco. Visto quasi sessant'anni dopo, in uno scenario di desolazione, miseria dilagante e totale mancanza di speranza nel domani, I giovani e il lavoro fa perfino tenerezza per il suo modo scanzonato e divertito di ritrarre una formazione professionale che ben presto sarebbe diventata inadeguata, carente o semplicemente a (lauto) pagamento nel Belpaese. Fulci, con un commento non sempre 'corretto' (si sofferma a complimentarsi per la carineria di alcune studentesse, per es.), ci porta a osservare da vicino un istituto tecnico, una scuola di parrucchiera e un corso per traduttori; in otto minuti di documentario si ottiene un'idea ottimistica e fors'anche eccessivamente positiva della situazione contemporanea a riguardo dell'inserimento giovanile nel lavoro: ma in fondo quelli erano gli anni del boom economico e tutto era lecito, anche pensare in positivo per l'Italia. Lavoro su commissione licenziato con sufficiente cura; l'esordio di Fulci in lungometraggio avverrà l'anno successivo, con I ladri. 5,5/10.
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