Regia di Italo Martinenghi vedi scheda film
L'agente dell'F.B.I. Brad e i ladri Nick e Sal ridiventano i tre Supermen per strappare a un padrino mafioso, che agisce a Istambul, una macchina del tempo e salvare il suo costruttore. Film di poche pretese dei magnifici Supermen, che fa malamente il verso sia al film di Donner, che al Padrino di Coppola.
Ennesimo film dei magnifici tre Superman che, stavolta, se la devono vedere nientemeno che con un padrino mafioso, la cui base delle operazioni è Istambul. Sconclusionata pellicola di supereroi e superbotte, dove il regista inserisce agenti dell'F.B.I. di origine turca, macchine del tempo, parodie di consigliori mafiosi dall'accento tedesco e professori smemorati con il debole per il gentil sesso. Sapevo che non mi sarei imbattuto in Marlon Brando (che, per un sacco di dollari, interpretò il vero padre di Christopher Reeve nel Superman D.O.C. di Richard Donner), ma non mi sarei mai aspettato che il mafioso, impersonato da Aldo Sambrell, fosse ancor più anonimo degli interpreti. Infantile, ma con due cose degne di nota: la canzone da discoteca musicata da Nico Fidenco e il bravo stuntman Sal Borgese (il Superman muto, complice di avventure dell'astuto ladro Nick) che, tagliati i suoi baffi, sembra fare il verso a Franco Franchi. Si sfiora quasi la commedia sexy, con la bionda infermiera che rimane in reggipetto, slip e scarpe con i tacchi a spillo, quando il professore allupato le strappa il camice.
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