Regia di Antonio Margheriti vedi scheda film
Simpatico gotico sceneggiato da Bruno Corbucci (regista della saga "Nico Giraldi", qui stranamente impegnato in un horror) e da Giovanni Grimaldi per la regia dell’esperto artigiano Antonio Margheriti. Gli sceneggiatori portano in scena niente meno che E.A.Poe (interpretato da Klaus Kinski) e offrono citazioni – specie nella parte iniziale – a opere narrative quali "Berenice", "La Caduta della Casa Usher", ma anche a celebri maestri quali H.P.Lovecraft (il castello in cui si svolgono i fatti si trova in un’immaginaria Providence inglese!?) e Algernon Blackwood (citato in quanto il proprietario del castello, guarda caso, porta il cognome di questo importante autore britannico). La regia è curata (assai qualitativi gli ultimi minuti della pellicola) e sapiente nel creare atmosfere tipicamente gotiche (più da film anni ’60 che da anni ’70). Il ritmo non è sollecito e anche l’inquietudine dello spettatore è molto più psicologica che visiva (non c’è gore, né scene – a parte il finale - particolarmente al cardiopalma). Interessanti alcuni spunti metafisici attorno ai quali ruota l’intera sceneggiatura.
All’altezza della situazione le musiche di Riz Ortolani e le interpretazioni degli attori con il ruolo di protagonista affidato a Anthony Franciosa (sarà protagonista anche di "Tenebre" di Dario Argento). Poco più di un cammeo per Kinski. Fotografia non magistrale.
Si segnala che il film è il remake, piuttosto fedele, di "Danza Macabra", opera datata 1963 diretta dallo stesso Margheriti con la collaborazione del grande Sergio Corbucci.
In definitiva, un buon film anche se per palati non "grezzi" o troppo giovanili. Voto: 7
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