Regia di Renato Castellani vedi scheda film
Drammone tutto - o quasi - al femminile 'a due teste': come spesso ricordato a proposito di questo film, l'amalgama fra Masina e Magnani, così diverse fra loro e così particolari, uniche, non funziona benissimo e si ha come la sensazione appunto che si tratti di due storie parallele nello stesso film, piuttosto che di un film che accomuna varie storie. La staticità eccessiva dell'ambientazione - celle, celle, sempre celle buie e chiuse e soffocanti - è un altro difetto evidente; Sordi compare per una risibile manciata di secondi, come specchietto per le allodole. C'è di buono che la storia, di profondi sentimenti e momenti angoscianti/strazianti, ben si adatta alle potenzialità delle due protagoniste.
In un carcere femminile romano entra Lina, una timida camerierina veneta accusata di furto; verrà svezzata in breve tempo dall'imponente e violenta Egle. All'uscita, Lina avrà perso qualsiasi traccia di ingenuità e sarà irriconoscibile.
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