Regia di Abbas Kiarostami vedi scheda film
L’esperienza è la classica, amara lezione di vita. Mamad, un ragazzino iraniano costretto a lavorare per aiutare la famiglia, vorrebbe uscire dalla sua condizione disagiata: gli piacerebbe poter studiare, vestire elegantemente, magari fidanzarsi. Invece è costretto a passare il giorno e la notte in un laboratorio fotografico, dove si occupa di tutte le mansioni più umili e sgradite. Il mondo di fuori è la città, con i negozi, gli scuolabus, le ragazzine che gli sorridono lungo la strada. Dentro, invece, ci sono solo una scrivania su cui dormire e un lavandino a cui attingere acqua per portare da bere al principale o per riempire il secchio per lavare le scale. L’orizzonte è crudelmente ristretto intorno a quella situazione senza alternative, e l’obiettivo di Kiarostami rimane all’interno di quel cerchio opprimente, facendosi piccolo, in modo che il suo sguardo si fonda con la prospettiva del protagonista. Questo film ci presenta l’esistenza vista dal basso, da quel livello inferiore della società in cui si è relegati per età, per povertà, per mancanza di istruzione, e dal quale è quasi sempre impossibile risalire con le proprie forze. A nulla servono la potenza dei desideri e il valore dell’impegno personale, se a venir meno sono i mezzi materiali e, soprattutto, il sostegno dell’ambiente circostante. Mamad è sistematicamente osteggiato, respinto, mortificato, lasciato senza alcuna speranza di riscatto, brutalmente ricacciato in quella prigione ogni volta che tenta di fuggire. In quest’opera, il primo lungometraggio di Kiarostami, il realismo è quello della frustrazione, dell’aderenza ad una realtà che non concede nulla, ed è avara, oltre che di opportunità concrete, di spunti che facciano sbocciare le illusioni. Sottotraccia si legge un messaggio di carattere morale, un invito a non reprimere le potenzialità delle nuove generazioni, la loro voglia di fare e la loro capacità di costruire con fantasia e determinazione. Il volto di una donna può essere un’icona da venerare da lontano, una fotografia con cui dare forma ad un piccolo sogno creativo, o anche solo un pezzo di carta con cui accendere un fuoco per scaldarsi: dalle mani e dalla mente dei piccoli può uscire una ricchezza di idee che aspetta solo di avere le giuste risorse per potersi trasformare in progresso.
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