Regia di Peter Berg vedi scheda film
"Battleship” (id., 2012) è il sesto lungometraggio del regista newyorkese Peter Berg che si occupa anche di tv, produzioni, sceneggiature e recitazione (l’ultima apparizione è in “Lions for Lambs” del 2007 di Robert Redford)..
Il film trova spunto dal gioco ‘Battaglia Navale’ e il pretesto per un ‘movie-platter-impero’. E sì…basta prenderlo per quello che è senza porsi eccessive domande. Un divertimento non ansiogeno e tantomeno molto adrenalinico ma semplicemente un accumulo di foghe narrative e di immersioni (di effetti) speciali ma semplicistico e in fondo (parlando di marina) anche godibile. Parte piano (primi 15 minuti…quasi inutili) ma poi un’ora di comandi, visuali attacchi di giusta dimensione a forme extraterrestri di un pianeta G che l’uomo (americano) crede di non vedere mai. Ma il faccia a faccia o meglio il cannone-missile contro intelligenze bombe saettanti e fumanti dischi rasoio-fuoco generano uno scompiglio nelle riunioni che contano e una giusta incredulità del tutto. Niente di nuovo sotto il sole verrebbe da dire con lo scontato pre-inizio con belle facce, visi radenti, sorrisi di ordinanza e arruolati incazzati come per il facilone finale con bei comandanti, ragazze in attesa, festa-spot e invito di saluto. Tutto vero ma alla fine si passa una sera d’ordinanza marinaresca (con bandiere sventolanti a stelle e strisce e cerchi nipponici) con giochi ed effetti a gogò contro l’invasione aliena Regents. E quando si tratta di salvare il mondo non si bada a spese ritirando fuori la ‘gloriosa’ Missouri ormai un museo galleggiante della marina Statunitense. Il film diventa una retorica (riveduta) del doppio comando occidente-oriente in terra hawaiana dopo i tristi ricordi (e non solo) dell’attacco nipponico a Pearl Harbor. Il film contiene di tutto: uno stile ‘jurassic park’ nelle scene all’interno dell’isola dove non manca lo scienziato pazzoide e pauroso, uno stile guerriero cartoon (appunto ‘ufo-robot’ do vecchia gloria), uno stile ‘trasformers’ con effetti rutilanti e accattivanti, uno stile ‘androide-aliien’ con il solito risveglio dell’essere inospitale, uno stile ‘presa-in-giro- per non meglio farsela addosso, uno stile ‘guerra dei mondi’ con facce stupite e in alto (dove le pubblicita ‘coca.cola ancora sono evidenti) e uno stle melò(enso) per il rituale chiedere il consenso del padre (per sposare la figlia). Tutto appare e tutto costa in un caos di spari, missili e grida da soverchiare l’udito del povero spettatore /che certamente non può essersi addormentato). D’altronde l’ultimo colpo (proprio quello decisivo su ordine del comandante in pectore) spetta di diritto a Cora Raikes (alias Rihanna…alla sua prima prova da grande schermo): la ragazza non manca certo di farsi notare e il suo sguardo fulminante zittisce la compagnia in meno di un attimo. Sì certo una ‘bella’ attrice…d’altronde in film del(i) genere è difficile valutare la prova di cotanta (aggluminata) bellezza (sic…). E il bacio di Samantha (cioè di Brocklyn Decker…una lì per caso…ma visibile bene per le misure) figlia dell’ammiraglio Shane (un Liam Neeson al risparmio, da firma del cartellino a prova di attore un po’ in vacanza) con il comandante vittorioso (che ha salvato tutti dai Regents cattivissimi) è abbastanza casto e con poco afflato. Perchè siamo oramai dalla parte del fotoromanzo avventuroso e del bacio quasi reclame. Per la prossima aspettiamo meglio. In chiusura le parole dei vari personaggi servono quasi a nulla da ‘ahi cazzo’ ripetuto più volte dai vari all’incontro a tu per tu con simili oggetti strani non identificati, a ‘andrà tutto bene’ come si conviene, fino a ‘salveremo il mondo’ come un rituale gioco di faccende personali che coinvolgono tutti noi (compreso il gruppo spettatori che è restio ad uscire). Infatti mi becco i chiassosi titoli di coda (quasi interminabili) e alla fine (proprio alla fine) si vedono un gruppo di ragazzini che s’imbattono con uno strano oggetto in piena campagna…ma ecco arrivare un tipo che con la fiamma ossidrica vuole aprire il grande involucro ed ecco che di colpo l’inquadratura da cielo azzurro fa vedere un arto che… Senza prendersi in giro il film pare sia veramente finito. Certo le luci della sala sono tutte accese. Ma qualcuno riguarda lo schermo…non è che c’è uno scherzo finale (ancora…no…ahi…i Regents forse sono andati via..per sempre). E.T ha già telefonato a casa (film in battuta centrale). Ciao e alla prossima. E’ veramente finito.
Goduria leggera senza aspettative e con poche invogliate freschezze ma basta per non sognare troppo e riderci un po’ su. Un voto medio(cremente) sufficiente (5/6).
(pubblicato su icinemaniaci.blogspot.com)
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta