Regia di Raffaello Matarazzo vedi scheda film
Seguito de I figli di nessuno. I primi 30’ servono a far fuori moglie e figlioletta di Nazzari, residui del film precedente, e a farlo tornare single per dare il via a nuove avventure; poi c’è l’incontro con una ballerina di avanspettacolo volgarotta ma molto somigliante al suo primo e indimenticato amore che si era fatta suora (e infatti è sempre interpretata dalla Sanson). Matarazzo non è Hitchcock, ma riesce comunque a imbastire una discreta storia di transfert incrociati: Nazzari è attratto dalla ballerina solo perché gli ricorda un’altra, e a sua volta la suora lo induce a sposare la ballerina e ad adottarne il figlio (che gli chiede di chiamare Bruno, come quello che avevano avuto e che era morto tragicamente) perché in tal modo può realizzare il proprio amore e la propria maternità almeno per interposta persona. Toccanti le sequenze finali in carcere.
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